Il cammino francese verso Santiago

Il cammino francese verso Santiago

UTREYA! SUSEYA!



domenica 28 giugno 2009

Galizia...

I messaggi spirituali che il cammino ci ha lasciato

Tenere alta la presenza sempre, non fare dipendere l’azione dal giudizio, mantenere la propria autonomia, continuare il cammino; essere tenaci, andare avanti anche senza l’approvazione degli altri..

Il cammino e' finito (quello verso Santiago) e cos¡ pure lo spazio da dedicare a questo blog.
Curiosiamo ogni tanto e vorremmo pure metterci tranquillamente mano per fare delle correzioni ai vari post e inserire delle immagini del viaggio. Purtroppo non abbiamo ancora trovato il momento giusto per farlo. Siamo contenti di leggere i commenti e sentire belle cose da tutti.
Il nostro cammino qui in Spagna /Portogallo prosegue. Dopo le fatiche del cammino avremmo voluto goderci un po' di mare in Galizia. E' una regione splendida che offre mille svaghi e opportunita', ma il tempo e' stato inclemente, accompagnandoci con il grigio e la pioggerellina ad intermittenza.
La giornata piu' bella a Santiago e' stata sicuramente quella dell'arrivo e della festa di San Giovanni, a parte l'emozione della messa in chiesa e la visita fatta al convento di San Francesco d'Assisi di Santiago. Qui normalmente in estate c'e' un serivzio di accoglienza per i pellegrini. Lo abbiamo trovato chiuso, ma ci tenevamo a conoscere Padre Paco (Francisco) Castro e porgere i saluti di Angela e Francesco e Michela Dragoni. E' stato uno scambio molto bello. Ci ha raccontato dell'esperienza che si fa' l¡ nei mesi estivi con i pellegrini (ci ha gia' fatto immaginare di ritrovarci l¡ come hospitaleri) e ci ha regalato qualche breve momento della sua vita. La sua storia ci ha tanto colpito che nel pomeriggio eravamo gia' nella libreria della Paoline spagnole per acquistare il suo diario di pellegrino nel cammino di Santiago, per ora pubblicato solo in spagnolo (al encuentro de la vida).
Avremmo voluto visitare di piu' Santiago ma molto tempo purtroppo e' stato speso per la ricerca di un pacco spedito con le poste italiane. Non si capisce dove sia e che fine abbia fatto, la disinformazione da parte del call center italiano tra l'altro incoraggia delle opzioni al limite del surreale (una volta sembra che si siano serviti di UPS, un'altra di SDA). La posta spagnola e tutte le persone che incontriamo invece si dismostrano di una gentilezza e disponibilita' incredibile, che ci fa' subito dire: "in Italia non sarebbe stato uguale".

Tra le belle visite, per quanto brevi e parziali che abbiamo fatto dopo aver lasciato Santiago ci sono A Coruña, la cui Torre de Hercules proprio ieri ha guadagnato il titolo di patrimonio dell'umanita' dall'Unesco, e Finisterre. A Coruña merita una visita. Siamo partiti con questo invito da parte dall' amico Tommaso e adesso che ci siamo stati lo rilnaciamo a tutti. Una citta' che offre tanti svaghi, tra spiagge, campi sportivi e un lungo mare (oceano) con piste ciclabili e di passeggio che la circonda per intero per oltre 10 km.
Finisterre, invece, meriterebbe un capitolo a parte. Qui termina il cammino dei pellegrini. In molti dopo Santiago si avventurano in questo lembo di terra che dista 90 km da Santiago, per raccogliere (questo avveniva nel passato) la conchiglia della cappasanta da portare a casa, ammirare il tramonto (qui si pensava finisse la terra conosciuta) con il sole che si tuffa nel mare intorno alle 23, ma anche farsi un bagno rigenerante ( non credo ci siano riusciti in molti in questi giorni) e bruciare qualche indumento impiegato nel cammino.
Il bagno non siamo riusciti a farlo e abbiamo raccolto gli ultimi strascichi di un tramonto velato, ma il piccolo e simbolico rito della quemada (il fuoco degli abiti) e' avvenuta ... solo due lacere paia di calzini e un braccialetto donatoci ad Astorga.
Siamo a Pontevedra, citta' molto piacevole e lontana dai percorsi turistici e di pellegrinaggio (per quanto siamo sulla rotta del cammino portoghese), recuperiamo il sonno e le forze (la stranezza del cammino vuole che dolori vari lasciati lungo il cammino riaffiorino adesso), in attesa di spingerci in Portogallo e in Andalusia per le nostre meditate visite negli ecovillaggi.
Speriamo di poterci sempre tenere informati.

giovedì 25 giugno 2009

29 - Santiago de Compostela

Ebbene si, siamo arrivati direttamente a Santiago senza fare nessun'altra sosta intermedia. Ieri girono 23 giugno, dopo 29 giorni di cammino, verso le 20.30 siamo entrati nella parte antica della citta'.
L'emozione e' stata fortissima. La citta' ci ha accolto in festa... non perche' arrivavamo, ma perche' si preparava per i festeggiamenti della notte di San Giovanni.
Pensavamo di sostare prima di Monte Gozo o poco dopo Arca, ma partiti alle 7.30 da Arzua, quando alle 13 ci siamo trovati gia' ad Arca, non abbiamo resistito e avvicinandoci sempre piu' ci siamo fatti forti e dopo Monte Gozo siamo scesi giu' convinti di arrivare.
E' stato bello sentirsi di essere gli ultimi pellegrini della giornata, di essere riscaldati dal sole del tramonto, di trovare la citta' sveglia e tutta per la strada a prepararsi per la festa e la cena in strada, di concederci l'ultimo grande sforzo per arrivare alla meta (?).
Alle 21, in extremis ci siamo registrati all'ufficio dei pellegrini e nel rispettoso e ufficiale latino abbiamo ricevuto le due Compostele che testimoniano il nostro avvenuto pellegrinaggio iniziato il 26 maggio da Saint Jean Pied de Port.
E cos¡ Michelam e Robertum sono ufficialmente pellegrini di Santiago.
Stamani l'emozionante messa con tutti i pellegrini (in un giorno ci hanno detto che ne arrivano dai 600 ai 700) e cosa eccezionale, essendo una ricorrenza religiosa importante, la celebrazione si e' conclusa con il botafumeiro, il grande turibolo (il piu' grande del mondo) che spinto da un gruppo di esperti tiraboileros lo hanno fatto oscillare da un alto all'altro del transetto della chiesa.

Nei prossimi giorni altre novita' e foto.

EVVIVA!! Ultreya Suseya!

lunedì 22 giugno 2009

28 - Arzua

Palas de Rei - Arzua, partenza ore 8 .arrivo ore 18 km 28 circa

La pietra miliare segna stasera km 37. Oramai ci siamo. Domani potremmo essere gia' a Santiago. E' alla nostra portata una tappa anche superiore ai 37 km, ma seguiremo l'iter che spetta: arrivare a Santiago la mattina presto, mettersi in coda per la compostela (spetta a chi ha percorso almeno 100 km a piedi e 200 km in bicicletta) e poi assistere alla messa dei pellegrini delle 12.
Quindi domani contiamo di avvicinarci il piu' possibile a Santiago, evitando anche la periferia. Purtroppo dalla guida in nostro possesso e a sentire anche altri pellegrini l'unico ostello prima di Santiago e' a Monte del Gozzo, proprio sopra la citta'e a soli 5 km. Chi c'e' stato pero' lo sconsiglia perche' sembra una struttura enorme e sproporzionata con oltre 400 posti letto e doppi servizi, tra ristoranti e bar nei diversi piani. Speriamo di scampare a questa sosta e trovare qualcosa anche qualche chilometro prima di privato.
Oggi, abbiamo avuto difficolta' per trovare un posto dove dormire. E' la prima volta in tutto il cammino, in questi 28 giorni dalla partenza. Sia ad Arzua che prima a Ribadiso de Baixo, dove ci sarebbe piaciuto fermarci, non abbiamo trovato posto dove dormire, tutto pieno, ed a sentire dalla hospitalero sembrerebbe anche da un po'.
E pensare che oggi abbiamo cercato di ridurre le pause e di non prolungarle troppo. Comunque alle 17 i posti erano gia' esauriti. Non solo perche' normalmente i pellegrini evitano di camminare la mattina, ma anche perche' in questi ultimi giorni ci stiamo accorgendo dell'aggiunta nel cammino di altre comitive e pellegrini dell'ultima ora, forse solo per coprire alcuni chilometri del cammino e arrivare a Santiago a piedi.
Infatti, stasera che avevamo quell'ora in piu' per leggere e rilassarci fuori dopo aver preso una sacrosanta doccia (con il caldo gli odori corporali e pedestri aumentano sensibilmente) la sensazione e' stata di vedere volti sofferenti e doloranti. Una strana rapprensentazione visto che dopo le prime due settimane le fatiche e gli acciacchi si affievoliscono o scompaino e quindi questa scena sembrava oramai lontana da noi. Dimostrazione forse che in questi giorni si sono aggiunte persone che stanno camminando da solo pochi giorni.
Anche a noi pero' qualche problemino dell'ultima ora sembra apparso. Michi con qualche fastidio alle vene, Robi con qualche inizio di piaghetta sotto i piedi (le calze si sono consumate!).
Ma sono doloretti insignificanti pensando il grande traguardo che stiamo per raggiungere.

La tappa e' la numero 28. Domani la 29 e la 30 mercoledi' ventiquattro sara' a Santiago. Nei giorni successivi riguarderemo il blog per fare qualche aggiunta, correzione ed inserire qualche foto, dopo di che'chissa' quale strada prendera' questo blog. Per noi il cammino prosegue... ma ve ne daremo notizia in qualche altro modo, piu' in la'.

domenica 21 giugno 2009

27 - Palas de Rei

Mercadeiro - Palas de Rei partenza ore 8.30 arrivo ore 19 km 29

La mattina degli sposi pellegrini e' stata scandita dalla solita comoda (quando gli e' consentita) sveglia intorno alle 7 , prepararsi e colazionare con calma trattenendosi pure se serve in qualche chiacchera e lettura.

Ieri il paesaggio della Galizia e' apparso come un grande e variopinto puzzle di piccoli angoli di campagna. Orti, stalle e qualche pezzo di terra coltivato da anziani con mezzi e strumenti rudimentali. I piccoli agglomerati abitativi avevano un unico motivo e facevano tutt'uno con gli ambienti per tenere le vacche e/o le percore. Attraversamo questi spazi lontani da citta', macchine e altri segnali di urbanizzazione e la sensazione, splendida, e' stata di un luogo fermo nel tempo. Ma quale sara' il tenore di vita di questa gente? Ma a chi vendono e distribuiscono i loro prodotti? Difficile capire il peso commerciale delle loro attivita', e' certo che a parte una piccola confezione di lamponi offerta ai pellegrini in un tratto di strada prima di arrivare a Tricastella, i locali non si avventurano mai nell'allestire banchetti o vendere prodotti tipici della zona; dei tanti menu' per pellegrini che i ristoranti e gli ostelli offrono non c'e' mai l'indicazione di un prodotto tipico. Un invito?!!

Come sempre il paessaggio si presenta il giorno dopo diverso rispetto ad ogni previsione. Abbiamo raggiunto Porto Marin (ce ne mancavano 4 di chilometri) e dopo la solita pausa per le nostre preghiere e meditazioni, abbiamo proseguito con un nuovo passo ben sostenuto che ci ha portato velocemente a Gonzar. Abbiamo rivisto il simpatico ragazzotto spagnolo con cui ci siamo intrattenuti a O Cebreiro e scoperto che una coppia di ragazzi spagnoli che da un paio di giorni incontravamo per strada era anche'ssa in viaggio di nozze (da Burgos). A quanto sembra (altri pellegrini ci hanno parlato di un'altra coppia, di Modena, in viaggio di nozze che ci precedeva di un giorno) il cammino di santiago e' molto gettonato per la luna di miele, nonostante le fatiche, le scomodita'... ma noi siamo sempre piu' contenti e felici della scelta fatta: la ripeteremmo pari pari. Entusiati pure di aver fatto prima il cammino di Francesco ed esserci sposati ad Assisi.

Parlavamo di passo leggero e agile, ma come sempre succede, la fatica e la difficolta' e' dietro l'angolo. Proprio nei momenti in cui ci si sente vicino alla meta, vicini ad un risultato, alla conclusione di un lavoro, obiettivo, ecco arrivare il momento di crisi, di contrasto di difficolta'. Come abbiamo riscontrato oggi e come ci ha detto pure Daniel, l'amico francese incontrato qualche giorno addietro, e' proprio in questa fase che serve essere attenti e vigilare, per superare questo intervallo con forza e nuovo entusiasmo.
L'entusiasmo sta crescendo: Sentiamo Santiago vicino a noi. SIAMO A 66 km da Santiago.
Mercoled¡ arriveremo... e speriamo di arrivarci sul presto per raccogliere cos¡ la nostra compostela.

26 - Mercadeiro

Samos - Mercadeiro partenza ore 8.00 arrivo ore 19 km percorsi 28 circa

Il circa dipende dal fatto che avendo scelto l'alternativa che prevede la sosta presso il Monastero di Samos, il rientro nel cammino ufficiale avviene solo a Sarria e sembra che nel totale questo costi un aumento di circa 5 km.
Da O Cebreiro in poi una pietra miliare al lato del cammino sta scandendo l'arrivo a Santiago ogni 500m. Ci siamo subito abituati a vederla e a prenderla come riferimento, quindi quando e' sparita per la deviazione verso Samos, abbiamo un po' perso il calcolo sicuro dei chilometri.
Ma sentirsi con il passo misurato da anche la sensazione di essere controllati e forse si avvertono maggiormente i chilometri percorsi.
A Samos abbiamo assistito alla messa dentro il monastero, giusto il tempo di fare una doccia e cambiarci. Gli Hospitalero se all'inizio si sono un po' meravigliati per l'orario in cui arrivavamo (naturalmente ultimi) e con una battuta sembrava che dicessero che non tenevano piu' posto, poi hanno cambiato tono e ci hanno sorriso alla risposta di Roberto che ha ribattuto che per il pellegrino non e' mai tardi. Il fatto di essere italiani in questo caso ci ha pure aiutato visto che uno degli hospitaleri spagnoli per anni ha lavorato a Firenze.
Abbiamo rivisto il toscano Carlo e usciti dal Monastero ci siamo diretti al ristorante consigliato dall'hospitalero di prima; il trattamento e' stato di certo da privileggiati: ben due bottiglie di buon bianco che non rientrava nel menu' pellegrino. Durante la cena siamo stati in compagnia pure di Max un ragazzo tedesco di Berlino che e' un attore.

Da Samos a Sarria il tragitto e' risulato piu' lungo del previsto ma corrolato, per la felicita' dei nostri occhi e dei nostri nasi, di sentieri in mezzo ai boschi di querce e platani.
Il passo nella mattinata e' sembrato agile e leggero. Dopo 26 giorni di cammino il nostro fisico ha preso il giusto ritmo. Quando marciamo riusciamo a fare anche tra i 5 e i 6 km in un ora (interrotto non per la fatica, ma per le tante interruzioni che ci prendiamo per qualche foto, qualche sguardo in piu' su cio' che ci circonda e gli incontri che facciamo).
Ieri ad esempio un simpatico vecchietto, Dionisio, (la media qui in Galizia delle persone che incotnriamo si e' sicuramente alzata) si e' avvicinato a noi e dopo aversi salutato e chiesto se andavamo a Santiago ci ha voluto offrire della frutta secca e poi salutandoci ci ha domandato una preghiera per lui quando saremmo arrivati.
Dicevamo che il nostro fisico si e' tonificato, la fatica si sente meno, i dolori sembrano scomparsi, si collezionano piu' facilmente i chilometri... beh... arrivati a Sarria, convinti forse di arrivare Porto Marin, la sensazione e' subito cambiata, il passo si e' rallentato, la capacita' di tenere il ritmo e' stato frenato e cos¡ alla fine quando si stava facendo un po' troppo tardi, abbiamo deciso per la sosta a Mercaderio.
Abbiamo trovato un bellissimo ostello privato gestito da due ragazzi di Valencia che in due anni hanno acquisito il terreno, ristrutturato il posto e aperto a marzo. Tengono 36 posti letti, una terrazza verde sulla vallata, un ristorantino con tanti posti all'aperto e prevedono pure di aprire una sala massaggi.

sabato 20 giugno 2009

25 - Samos

O Cebreiro - Samos Partenza ore 9.00 arrivo ore 19.00 totale km 32

La tappa classica fino a Tricastela e' stata da noi modificata per arrivare entro la giornata al monastero di Samos. Oggi sabato 20 siamo in cammino per arrivare forse a Portomarin.
L'intenzione ancora una volta e' non affaticarci troppo nelle ultime giornate riducendo quella di 40 km che riporta la guida terre di mezzo.
Ieri il tragitto ci ha entusiasmato moltissimo. Quando abbnadoniamo l'asfalto entriamo dentro dei fitti boschi e a volte la strada si restringe diventando un vero e proprio sentiero di montagna.
La Galizia e' forse il tratto del cammino piu' suggestivo, ricco di storia e paesaggisticamente rilassante. Ci siamo subito accorti di questo cambiamento che il nostro passo e il nostro respiro aprezzano moltissimo. L'accento e' molto diverso rispetto a quelli fino ad adesso sentiti; ricorda quasi per l'intonazione il nostro sardo che parla italiano. Si attraversano piccoli agglomerati di case e di fattorie che sembrano ferme nel tempo: stalle e ovili nascosti tra mura e stradine che profumano di cucina, di fiori, di bucato e molto "concime" naturale.

O Cebreiro ci ha regalato la notte piu' serena (tra quelle vissute negli ostelli molto numerosi) di tutto il cammino. Bello non sentire russare e potersi svegliare in un orario piu' congeniale. Abbiamo preso la colazione in cucina in piena solitudine e restare soli in tutto l'albergo fino alle 9: scrivendo le cartoline (mandateci gli indirizzi se siete convinti che non l'abbiamo) e sbrigando le nostre cosette. Immaginiamo cosa deve essere stata quella cucina poco piu' di un ora prima quando la moltitudine si e' svegliata e contendersi l'unica pentola di tutta la cucina (e non er aneanche picocla; piu' di otto fuochi). per riscaldarsi il latte o fare il the o caffe'.

giovedì 18 giugno 2009

24- O Cebreriro

Villafranca del Bierzo - O Cebreiro partenza ore 7 arrivo ore 17.30 tot km 32,5

Eccoci in Galizia! Abbiamo attraversato un confine molto importante, siamo nell'ultima regione che visiteremo fino a Santiago di Compostela. I chilometri si riducono sempre piu' e i cartelli segnano oramai i 155 km, i pellegrini che si aggiungono e il cammino si fa' pi' movimentato, il paesaggio diventa sempre piu' affascinante e cominciano le salite.

O' Cebreiro e' una meta del cammino e' definita tra le piu' suggestive, affascinanti e dure. Dura perche' ci si arriva con una salita dalla forte pendenza (almeno per gli ultmi 8 km), suggestiva perche' dominiamo le montagne che da una parte abbiamo attraversato e che incontreremo piu' avanti. Affascinante perche' ha significato da sempre una sosta spiritualmente alta per tutti i pellegrini. Qui le case si sono conservate ottimamente e troviamo la casa tipica dei contadini, Pallozas, le cui origini risalgono ai Celti. La chiesa pre-romanica conserva un calice d'oro che ha testimonia il miracolo avvenuto nel XIV secolo in cui il pane e il vino della comunione si sono trasformati in carne e sangue.

Se molti temevono questa tappa per l'altitudine da raggiungere, per noi (a parte i tanti, troppi km al lato della statale) e' stato un piacevole percorso costellato da tante pause: bagno nel fiume, pic nic sotto l'albero, ecc.

Bene adesso andiamo a prepararci la cena nel bell'ostello di O Cebreriro che fortuna arivare per ultimi ed avere i letti singoili nella camerata mansardata.

23 - Villafranca del Bierzo

Ponferrada - Villafranca del Bierzo partenza ore 8.30 arrivo ore 17.30 km 22 (ma forse piu')

Tappa relativamente facile. Abbiamo pure cercato di arrivare presto per vedere tranquillamente la citta' e prendere il tempo per lavare le cose e riposarci. Ma lungo la strada abbiamo dovuto fare i conti con una temperatura in forte aumento (alle 20 quando eravamo arrivati il termometro a piu' di 800m di altezza segnava 33 gradi) e con la stanchezza che e' lentamente piombata anche per la difficile notte trascorsa a Ponferrada.
Sicuramente l'ostello di Ponferrada si colloca tra quelli piu' brutti fino ad adesso incontrati. I dormitopri sono allestati in uno spazio che ricorda molto un garage con pavimenti sporchi, camerate con piu' di 40 letti, e tante luci al neon sopra la testa cos¡ come i tubi di scarico dei bagni. E qui che volevamo alzarci con calma e prenderci il tempo per vedere la citta' siamo stati svegliati dai pellegrini sclerotici. Quindi poi con calma, forse anche troppa, ci siamo infilati per le vie di Ponferrada, ma e' stato quasi inutile. Lo splendido castello dei templari del XI secolo, in perfette condizioni, apriva solo alle 11. L'addetta ai servizi di pulizia ci ha pero' rassicurato dicendo che all'interno non conservava niente di particolare. Delle chiese inutile dire che non e' mai affisso all'esterno un orario di apertura e chiusura e cos¡ dobbiamo semplicmente ben sperare di capitare nell'orario giusto.
La giornata di mercoled¡ 17 giugno e' sicuramente da nominare come la giornata della ciliegia, motivo in piu' per fare tardi e rallentare il passo. Senza uscire dal cammino ai lati della strada e' bastato allungare la mano pere riempirci la pancia di ciliegia: ben 5 e oltre qualita' (una particolare piccollina scura dolce e saporitissima).
Finalmente abbiamo arricchito il nostro sguardo di campi di viti, di ciliegie, e altri alberi da fruttto nel tragitto finale con un continuo e allegro sali e scendi fino a Villafranca.
La guida Terre di Mezzo non indicava questo tragitto piu' lungo per i campi e l'attraversamento di un altro paese, ma siamo contenti di averlo fatto allungando pure la tappa di un paio di km perche' abbiamo lasciato l'asfalto cocente.
Naturalmente la "fortuna" vuole che neanche a Villafranca siamo riusciti a vedere i luoghi di interesse sempre per una questione di pochi minuti (questa volta le chiese chiudevano alle 19.30 ionvece che alle 20.30).
Cacabelos il paese introntato prima di Villafranca ci ha regalato un simpatico incontro. Un signore spagnolo anziano ci ha accompagnato con sorrisi, simpatiche espressioni italiane (ha lavorato con italiani in Svizzera, ma il soggetto ci ha fatto immaginare una conoscenza della lingua dovuta a frequentazioni femminili), e la scoperta di un nido di passeri luingo il ponte che segnava l'uscita dal paese.
La sera che doveva essere dedicata al diario e a scrivere le cartoline, e' trascorsa in compagnia del gruippo di "giovanotti" scatenati calabresi e poi... un saporito sonno ristoratore.

martedì 16 giugno 2009

22- Ponferrada

Rabanal del cammino - Ponferrada partenza ore 7.30 arrivo ore 19 km 32

Il cartello dell'ostello dedicata a San Nicolas qui a Ponferrada indica 225 km per Santiago. Ci stiamo avvicinando e la senzaione oggi si concretizata nel momento in cui abbiamo cominciato a salire e superare qualche montagna. E' stata una tappa molto affascinante percorsa per la maggior parte su sentieri di montagna, con le pietra e la roccia sotto i piedi come avevamo sognato nei giorni scorsi.
Oggi abbiamo toccato una meta molto significativa del cammino, anche per il valore simbolico che acquisisce negli anni da molti pellegrini. In moti, gia' dall'Italia e poi lungo il cammino, ci hanno parlato della Croce di ferro, un'alto palo con in cima la croce con alla base una montagna di pietre costruita nel tempo con l'intervento di tutti i pellegrini. Molti, non tutti, che arrivano la' lasciano una pietra. Il rito vuole che arrivati in cima, voltandosi di schiena si rivolga una preghiera, si esprima un desiderio e si lanci alle spalle una pietra. Qualcuno lascia un oggetto caro, un ricordo portato dal proprio paese come segno per sostenere, aiutare un parente, un amico in difficolta'. Qualcun altro invece lancia una pietra come segno scaramantico per liberarsi di un peso, di qualcosa che ha segnato in negativo il proprio cammino.
Noi abbiamo lanciato delle pietre (alcune portante pure dall'Italia e raccolte lungo il cammino di Francesco) per noi in segno di augurio e altre come invocazione e preghiera a sostegno di un parente o un amico (c'era anche una pietra a rapprensentare tutti).
Quando siamo arrivati l¡ la nebbia si era appena dissolta e cos¡ abbiamo potuto ammirare bene il paesaggio e ci siamo fermati per pregare e meditare.
Un'altra sosta molto bella e' stata presso il rifugio di Maajarin dove abita Tomas martineza de Paz, un hospitalero molto particolare che si definisce un rivoluzionario monaco. In questo spazio di montagne dove fino a poco tempo fa' i paesi erano stati abbandonati (e' il luogo custodisce in realta' un passato storico molto glorioso) , alcune cose sono state rimesse a posto e la gente attirata dalle possibilita' che offre il cammino, hanno avviato delle attivita'. Tomas ci abita da diversi anni (cosa strana, ha fatto diverse volte il cammino ma non e' mai arrivato a Santiago) e lo gestisce con un'attenzione molto particoalre. La frase della giornata recitava: "en la vida de oracion dirigimos la frente hacia el naciente y nos dejamos transformar por la luz".
Sempre in questo posto abbiamo rivisto Cristina, l'australiana canterina conosciuta a Logroño. Ci ha salutato dicendo che non era una coincidenza, ma che era il cammino (il destino) a farci reincontrare.
Visto le tante soste di stamani, siamo arrivati a El Acebo che erano le 14. Roberto e' caduto di nuovo in tentazione e dopo il cogido maregato, arrivati sul posto ha ascoltato il suggeriemnto di un amico toscano incontrato un paio di giorni prima, e si e' lasciato prendere dal Botillo del Berzin. Un piatto simile al Cocido, salisiccia e Botillo (un insaccato di carni suine molto speziato che richiama un po' il prosciutto e un po' lo zampone) accompagnato da ceci, verza e patate. Ideale per un pellegrino che deve ancora percorrere 16 km, no?
I primi otto sono anche andati bene, ma quando abbiamo termianto la discesa del monte, il Botillo ha ripreso vita sulla strada asfaltata garantedo cos¡ una coperatura anche per la cena.

Beh, vi lasciamo con una frase riportata qui all'ostello.
P panciente
E entregado
R responsable
E elegante
G generoso
R respetuoso
I inteligente
N noble
O organizado

Il pellegrino! Chissa' se noi rientriamo in tutte queste qualita'. Per fortuan che non c`'e' mattiniero perche' domani pensiamo proprio di alzarci tardi per poter cos¡ vedere la citta' che conserva tra gli altri il castello dei Templari.

lunedì 15 giugno 2009

21 - Rabanal del Camino

Astorga - Rabanal de Camino 22 km; partenza ore 10, arrivo ore 17.00

La breve tappa di oggi ci ha portato in questo paesino dei monti di Leon, monte Iriga, che conta forse 5 abitanti autoctoni, 2 chiese e un negozio di alimentari, l'unico nel raggio di quasi 40 km a partire da Astorga.
Parentesi: almeno siamo riusciti a vedere la cattedrale di Astorga che non ci e`parsa tra le piu´belle viste, soprattutto all'interno, nienete di comparabile a Burgos o Leon, d'altronde si tratta di una citta´assai meno importante che pero' e' un crocevia delle due vie del cammino, quella francese (che facciamo noi) e quella spagnola (che parte da Siviglia), quindi si incontrano persone nuove e cosi' e`capitato anche a noi, infatti nell'ostello municipale dove siamo andati ad aggiornare il blog abbiamo incontrato un signore toscano (ma non sappiamo il suo nome, capita anche questo nel cammino) che stava facendo proprio il camino spagnolo ed era entusiasta dell'esperienza visto che e`una tratta molto meno battuta e si attraversano paesaggi sconfinati in piena solitudine..Ma il soggiorno ad Astorga ci ha consegnato anche una pagina di autentica cucina locale con il "cocido mantegado", il piatto tipico di Astorga che pare abbia origine da Napoleone che esigeva una combinazione di portate sostanziose per i soldati ed in questa curiosa successione: piatto di bolliti con una decina di tipi diversi di carne, dalla salsiccia, al pollo, allo spezzatino, al lesso, all'arrosto con tanto di cartilagini da accompagnare con il pomdoro crudo. Segue un piatto di ceci e verza bolliti e patate, per finire con un brodo di carne con pastina.
Naturlamente quello che tra i due ha potuto compiere questa impresa, per di piu´alle 11 di sera, e´stato Roberto , ricevendo anche i complimenti dell'oste che, sbalordito, ha insistito per rifilare anche il dessert spacciandolo come parte integrante del piatto.
Insomma, niente male... la mattina infatti eravamo belli arzilli, anche perche` ce la siamo presi con comodo..

Rprendendo il filo, possiamo dire che finalmente il paesaggio ha preso un aspetto diverso, cominciamo a vedere alberi e molto piu´verde , anche la pendenza sale se pur dolcemente, domani raggiungeremo la vetta piu´alta del cammino, a circa 1.500 metri.
Oggi poi c'e´stato un altro bell'incontro, assolutamemente casuale ed estemporaneo, come sempre accade sul cammino: all'entrata di un paese ci siamo imbattuti con un anziano signore di nome "Bienvenido" (Benvenuto) che invitava i pellegrini a fermarsi al bar ristorante del figlio che si trovava subito li' nel paese, in effetti la concorrenza tra albergue e ristoranti in alcuni posti e´abbastanza serrata , e si ricorre a varie strategie pubblicitarie: fogliettini sotto le pietre, scritte su alberi e muretti, affissioni tanto improvvisate quento provvisorie..comunque Bienvenido ci ha fatto proprio una gran tenerezza e anche un signore francese che passava di li' ha promesso che si sarebbe fermato al ristorante del figlio. Cosi' ci siamo ritrovati seduti al bar con Daniel, francese di Grenoble, 60 anni, parito da Arles 9 settimane fa a piedi e diretto anche lui a Santiago. L'invito spontaneo di Daniel a sederci al tavolo con lui, la profondita´del suo sguardo e il fatto di esserci resi conto di esserci ´incrociati nel paese precedente, ci hanno spinto a fermarci e ad aprirci ad una chiacchierata molto intima , sul senso del cammino, le proprie motivazioni, le scelte di vita , per Daniel il cammino significa soprattutto un ritrovare la pace , noi abbiamo messo l'accento sul senso di liberta`provato in questi ultimi giorni

domenica 14 giugno 2009

20 - Astorga

Villavante - Astorga partenza ore 8 arrivo ore 14 totale km 21,5

Stamani rifocillati dalla fantastica ospitalita' del Molino di Galochas (lo consigliamo a tutti, una cortesia e un sensazione di accoglienza familiare unica http://www.molinogalochas.com/) gestito in modo efficientissimo da Mercedes e famiglia e dalla colazione che sognavamo (soprattutto Michela) dai tempi della partenza a Saint Jacques Pied de Port, abbiamo coperto la distanza fino ad Astorga con slancio e leggerezza. La fatica accumulata nei giorni scorsi e affiorata in maniera evidente a Leon sembra svanita. Oggi pero' ci siamo concessi un altra sosta extra, da sposini, presso una pensione nel centro della citta'. Sara' l'ultima dimora fuori dai normali luoghi dei pellegrini fino a Santiago. Ci serviva stare un po' per conto nostro, sentirci piu' liberi dagli orari e dai vincoli "pellegrini" e sicuramente svegliarci piu' riposati evitando il russare e le levataccie di molti.
Asturga e' un paesino molto caratteristico con un'offerta molto turistca per quanto riguarda cioccolata e dolci caratteristici e piatti tipici. Tra l'altro gli unici posti aperti la domenica pomeriggio. Lo sforzo di arrivare presto e goderci la citta' e' risultata pero' vana: la cattedrale,il museo, il palazzo di Gaud¡, il museo della cioccolata sono tutte chiuse la domenica pomeriggio.
Chissa' se domani ce la prenderemo comoda potremmo recuperare qualcuna di questi siti.

sabato 13 giugno 2009

19 - Villavente

Diciottesima tappa: partenza da Leon ore 9, arrivo a Villavente ore 19,15, km percorsi: 32

Anche oggi gli sposi pellegrini si sono concessi una partenza senza troppa fretta, sara' stata la presenza del collegamento a internet sempre disponibile e gratuito dell'albergue di Leon o forse la buona dormita dopo la notte "brava" trascorsa a Leon tra un ristorante e l'altro, fatto sta che prima delle 7 e un quarto non si e' sentita una mosca volare.
In compenso la serata passata a leon fino alle (udite udite) 23.30 ci ha pemesso di riprendere le forze e goderci il fresco e il passeggio di Leon sorseggiando una birra e pizzicando delle buonissime tapas davanti alla chiesa di San Isidoro. Secondo Roberto le ragazze di Leon sono le piu' carine tra quelle viste fino ad ora, eccezion fatta per una valchiria intraveduta davanti a un bar di Burgos con pantacalze nere brillanti e minigonna nera attillata sopra...secondo Michela la tipa non era molto fine, sara´ma i gusti non coincidono mai..
Come spesso e´accaduto durante il cammino, anche stavolta l'uscita dalla citta' non regala bei paesaggi, zone industriali, periferie un po' grigie, pero` prima di uscire dal centro ci siamo rifatti un po`gli occhi andando a passare dalla pizza San Marcos dove troneggia l'omonimo hotel, un tempo rifugio per pellegrini e ora hotel extra lusso. Lo abbiamo salutato ripromettendoci di tornare un giorno (magari quando sara´ancora valida l'offerta speciale della doppia a 110 euro) e con questo pensiero positivo ci siamo avviati verso Virgen Del Camino, il paese da cui abbiamo poi preso il sentiero che ci ha poratati alla destinazione di oggi.
Davanti al santuario della Virgen, verso le 11, mentre boccheggiavamo presagendo il caldo infernale che si stava scatenando, un cappellano del santuario ci ha indicato la via da seguire per il sentiero alternativo da noi scelto, quello che evita la strada statale. E cos¡ abbiamo percorso gran parte del percorso di oggi sotto un sole cocente ma molto attutito dal vento. Per fortuna la giornata e`stata allietata anche da qualche piacevole incontro, come quello del gruppo di calabresi conosciuti il giorno prima a Leon che stanno facendo il camino trascinando con se un "carrillo" perche` "se non mangi il boccadillo non puoi tirare il carillo e se non lo mangi tutto quanto non diventi manco santo", questo e`il loro motto..
Speriamo di incontrarli domani a Astorga , magari al museo del cioccolata dove regalano ai visitatori una tavoletta di cioccolata al termine della visita. Contenti di aver lasciato Villa de Mazarife, che era la tappa prevista dalla guida terre di mezzo (cosi' domani arriviamo prima ad Atorga), salutato gli amici calabresi che volevano a tutti i costi che ci fermassimo con loro, e superato l'interminabile e faticosissimo , soprattutto per Michela, rettilineo assolato che si fa per arrivare a Villavente. Robert era leggero come una piuma e Michela arrancava dannatamente ma il cammino e`anche questo..
L'emozione piu´grande della giornata comunque e`stata la sosta al "mulino della galochas"dove , vista l'ora e la stanchezza, abbiamo deciso di fermarci. La gestione e`famigliare, con mamma, papa' , due figlie gemelle e il fidanzato di una delle due. La signora Mercedes ci ha accolto facendoci subito conoscere i gattini di casa, e poi ci ha accompagnato a vedere l'orto per farci vedere l'insalta che avremmo mangiato a cena che e`stata consumata assieme a tutta la famiglia e per Michela e`stato preparato un supplemento di verdura ..tante chiacchiere e un'atmosfera molto calda e quasi di "quotidinita`". La casa rural, come la chiamano qui, sorge su un vecchio mulino di cui sono state conservate , ristrutturate e riadattate alcune parti, c'e`ancora il canale che passa sotto la casa e a breve dovrebbero riuscire a utilizzare l'acqua per produrre l'energia per l'uso domestico. La nostra habitacion e' nella cabaña a fianco della casa principale e siamo davvero contenti di avere lasciato per un'altra notte l'atmosfera dell'albergue peregrinos.

venerdì 12 giugno 2009

18 - Leon


Mansilla de los Mulas - Leon partenza ore 8 arrivo ore 12.30 km 18 + quelli in citta'

Giornata estiva. Quando siamo entrati a Leon e non erano ancora le 12, il termometro segnava 32 gradi. Il freddo di qualche giorno fa' sembra un lontano ricordo. Non e' pero' un caldo come quello italiano. Durante la notte la temperatura scende e quindi anche se ci si corica che c'è' ancora il sole meglio tenersi vicino al letto una coperta o il sacco a pelo che sicuramente diverra' utile.

Soddisfatti della giornata di ieri, stamani i due pellegrini se la sono presi piu' comoda uscendo tra gli ultimi. Per il posto assegnatoci (due materassi per terra nel corridoio dove affaciano i vari dormitori) avremmo dovuto levarci tra i primi, ma quando il sonno si tira' a fatica e sei continuamente svegliato alle 6 non ti sembra ancora il momento giusto per cominciare la giornata.

Dopo tanta pianura stamani finalmente abbiamo affrontato una salita (l'alto del Portillo) per ritrovarci sopra Leon. Siamo scesi dalla pineta e dalla zona delle antenne e piacevolmente sitamo entrati in citta'. Le dimensioni della citta' traggono molto in inganno (almeno considerando l'ingresso da est) perche' il centro abitato che sembra come in tutte le citta' spagnole fino ad adesso viste, molto compatto, e' formato da pochi nuclei abitativi; nel senso che a parte il centro storico circandato dalle mure originarie e qualche casa di pochi decenni, molto si e' costuito subito dopo e sembrano sempre case, interi quartieri vuoti ancora da vendere.

Decisi siamo andati all'albergo delle benedettine perche' la guida lo consigliava. Vada che anche qui il limite di ingresso serale sia fissato alle 21.30, vada che arrivati li' per una cattiva organizzazione delle "ospitalero" siamo stati quasi un'ora ad aspettare per registrarci ed entrare, ma essere cacciati da una cosidetta "ospitalero" perche' abbiamo deciso di scegliere dei posti diversi da quelli indicati, ci sembra che superi ogni limite. Non risponde a nessuna regola di ospitalita' e di accoglienza pellegrina quella di essere trattati con i pesci in faccia. E la nostra colpa sembra solo quella di esserci scelti dei posti in basso invece che in alto due letti dopo. Forse facciamo scuola pure in questo. Ma degli ospitalero ne dovremo ancora parlare.

Invece tutto bene la ri-spedizione del nostro pacco da Leon verso Santiago. Le poste spagnole sono iperefficienti.

17 - Mansilla de las Mulas




Sahagun - Mansilla de las Mulas partenza ore 7 arrivo ore 18.45 totale km 37 + 3,5

Abbiamo superato il traguardo dei 40 km. Non e' stata una scelta voluta, ma siamo molto contenti del risultato. Questo dato non e' pero' riportato per esprimere un entusiasmo circa le nostre prestazione fisiche-atletiche in netto progresso. Volevamo avvicinrci il piu' possibile a Leon entro gieovd¡ sera e ci siamo riusciti e sopratutto siamo arrivati a destinazione percorredo il tratto della calzada romana. Il cammino traiano devia da quello principale per allontanarsi dalla strada nazionale e dalla monotonia di camminare a fianco delle macchine.
Ieri e' stato bellissimo camminare in mezzo alla campagna e qualche macchia di verde, nel silenzio.
Silenzio che non e' solo dovuto all'allontanamento da qualsiasi centro abbitato per piu' di 24km ma anche dalla sensazione di attravere un ambiente in solitudine. Cosa molto insolita (ma che poi abbiamo compreso al termine della giornata), superato il centro di Calzada del Coto dove abbiamo riempito le boracce, per tutta la giornata non abbiamo incontrato nessun pellegrino fino ad arrivare a Mansilla de las Mulas.

Abbiamo finalmente messo da parte le giacche, i pile, i poncho e i pantaloni lunghi: il caldo e' ritornato. Uscendo da Sahagun ci siamo trovati immersi nella nebbia; la nostra visuale non andava oltre qualche fila di ginestre da una parte e dall'altra qualche linea tratteggiata della strada a fianco. Quando abbiamo preso il cammino romano le nubi hanno cominciato a dissolversi, il cielo si e' puntellato di nuvole lontante all'orizzonte per allontanarsi nel primo pomeriggio e lasciare un cielo completamente blu.
La senzazione e' stata camminando in piena solitudine di riscaldarci con l'apparire del sole e dei colori che nei giorni precedenti si erano spenti.
Quando credevamo di essere arrivati (abbiamo camminato mano nella mano ascoltando la musica per quasi due ore) al punto da riprendere il sentiero principale, ci siamo trovati nell'infelice situazione di perdere il cammino. I segnali sono spariti, la strada ha deviato nella direzione opposta a causa di un grosso cantiere rendendoci impossibile raggiungere il cammino. Il cammino si allontanava e noi da lui mentre la giornata si riscaldava sempre piu'. Se i calcoli sono giusti e cominciamo a conoscere il nostro passo, crediamo proprio di aver percorso qualche chilometro in piu' rispetto a quelli indicati. L'arrivo a Mansilla de las Mulas ci e' sembrato infinito... credevamo quasi di stare ad arrivare a Leon. I molti che non hanno scelto questo cammino saranno stati informati dalle loro guide? La nostra non diceva niente di tutto questo. Comunque anche il cammino romano e' un cammino ufficiale quindi ci sembra una cosa molto spiacevole che chi interviene con delle operazioni edili di questo tipo non si ponga qualche domanda su come permettere ai pellegrini di proseguire il cammino. Sbagliarsi di strada se quando si e' con un mezzo meccanico puo' non dire niente di che per un pellegrino quei 3-4 km possono significare anche un ora di troppo.
Che bello arrivare a destinazione e ritrovare la coppia di amici australiani con cui abbiamo poi condiviso la cena e una bellissima passeggiata per la citta'.

mercoledì 10 giugno 2009

16 - Sahagun


Calzadilla de la Cueza - Sahagun partenza ore 8 arrivo ore 16 km 22

E dopo l'impresa il crollo. Ci siamo svegliati intorno alle 7 riposati e pimpanti. Che meraviglia quando con i tappi all'orecchie non si sentono il trombare delle persone che russano(oramai ci stiamo facendo una cultura musicale sull'argomento) e i mille rumori di sacchetti e zaini delle persone che si preparano per partire presto. Le fatiche di ieri erano completamente dissolte e il grande miracolo del cammino poteva compiersi in un nuovo giorno: svegliarsi e rinascere con le fatiche e i dolori del giorno prima svanite ed affrontare cos¡ con nuove e sane forze un'altra giornata di cammino.
A meta' mattina nonostrante i due caffe' con latte ecco sopraggiungere a Moratinos a circa 16km, forse dopo una pausa di troppo, l'abbiocco, la fatica. Siamo arrivati a S. Nicolas del real cammino che erano le 13 e a quel punto abbiamo deviato verso un ristorante dal sapore tipico. Abbiamo gustato un buon menu' del pellegrino con dei bei piatti di verdure cotte e crude e ci siamo anche riscaldati con l'aggiunto di un paio di bicchieri di vino.
L'arrivo a Sahagun e' avvenuto due ore dopo con un passo molto lento. Se ieri per buoni tratti abbiamo tenuto una media di 5km/h e forse pure 7 km /h in certi momenti oggi possiamo dire che siamo scesi alle medie di inizio cammino con 3 km/h scarsa senza concederci neanche grandi soste. Proprio per questo passo diverso e per il fatto che ciascuno ha programmato l'arrivo a Santiago con un tempo diverso, molti compagni (alcune guide francesi organizzano il cammino in 34 o 41 tappe, altri lo cercano di realizzare in 21, alcuni dal passo da maratoneta in 17, noi lo stiamo provando in 30) che fino ad adesso ci avevano accompagnato non ritroviamo piu': Paolo di Torino, il gruppo dei nonni di La Spezia, Nielsen dal Brasile, la coppia australiana, Daniel a Aniel dalla Francia... tanti compagni pellegrini che ci auguriamo arrivino a Santiago.
Il cammino e' anche questo, mantere e rispettare un certo passo o forse ascolatare e assecondare il passo della giornata. Ci sono quelli che per fare tappe da 40 -45 km al giorno tengono tra i 5 e i 7 km /h con continuita' e quelli che mantengono la stessa media anche se devono farne solo 22 di chilometri al giorno. Noi siamo senza una media, senza un continuita'. Se all'inizio potevamo lamentarci per il fatto di sentirci piu' lenti degli altri e arrivare per ultimo, adesso abbiamo accettato il nostro passo e i nostri momenti.
Quest'oggi forse avremmo potuto fare qualche chilometro di piu' ma siamo contenti cos¡. Siamo arrivati in tempo per fare una lavatrice e fare un giro per il paese. Domani ci aspettano altri 37 km circa per arrivare a Mansilla de Las Mulas facendo il percorso alternativo romano.
Se a Michela oggi questa nuova destinazione sembra impossibile domani con un altro ritmo ed una nuova programmazione quella meta' potra' forse essere raggiunta.
Se ieri la monotonia del tragitto e' stato stemperato anche ripercorrendo mentalmente e visivamente i nostri 15 giorni di cammino per riassaporare le emozioni, gli incontri, oggi ci siamo allontanati dal momento presente per guardare al nostro futuro. Fare previsioni, programmi su cosa sara' il nostro cammino di vita, di famiglia quando ritorneremo a casa. Quale casa? Dove? Come? Porsi le giuste domande, ma soprattutto capire le priorita' e le aspirazioni.
Cerchiamo di costruire in questo cammino dei punti fermi e poi si vedra'; e' certo che la vita che ci aspetta avra' un sapore e una direzione nuova anche guidati dal cammino.

martedì 9 giugno 2009

15 - Calzadilla de la Cueza

Fromista - Calzadilla de la Cueza partenza ore 6.15 arrivo ore 18.15 totale km 37

Annunciazione, Annunciazione: siamo arrivati a meta' del cammino: 435 km percorsi e altrettanti da fare.
Ci riteniamo davvero soddisfatti. Per noi e' un'impresa che fino ad un mese fa' non credevamo di poter compiere. Oggi, ci e' costato sicuramente vestire i panni degli sclerotici. Siamo partiti tra i primissimi. E cos¡, mentre la maggior parte prendeva la colazione all'ostello gli sposi pellegrini si sono ben imbabuccati e sono partiti per arrivare a Poblacion de Campos e concedersi un rifocillante grande tazza di caffe' e latte. Il freddo anche oggi si e' fatto sentire fino al pomeriggio con temperature sotto i 10 gradi anche se il vento che per due giorni ha soffiato forte in senso contrario si e' molto acquietato. Siamo comunque a piu' di 800 metri.
Siamo sicuramente dei pellegrini un po' anomali. Mentre molti partono la mattina e senza quasi fermarsi giungono alle 13 o 14 in ostello e si fermano, noi prendiamo un passo piu' rilassato con tante soste e fatta la pausa pranzo proseguiamo per godere del cammino anche nel pomeriggio. Mentre la maggior parte cede alle tentazioni delle offerte degli ostelli con colazioni e cene pre-confezionate noi decidiamo una strada altenativa. Se c'e' il menu del pellegrino noi preferiamo il nostro cibo comprato negli alimentari o un altra proposta di menu' libero. Anche oggi a pranzo ci siamo concessi un pranzo al ristorante con menu' a la carte. Ci e' servito anche per riscaldarci e prendere qualcosa di caldo. Il ristorante avrebbe potutto offrire qualcosa di caratteristico ma la difficolta' della lingua ci ha fatto ripiegare purtroppo su piatti non proprio felici (soprattutto Roberto che confuso ha ordinato una pasta con il ragu').
Oggi abbiamo praticamente unito quasi due delle tappe indicate nella guida di Terre di Mezzo, arrivando a Carrion de los Condes per attaccarla con il tratto fino a Calzadilla de la Cueza di 17 km. Un tratto rettilineo senza praticamente il niente. Una strada continua di terra battuta con ogni tanto qualche fila di alberi in mezzo alla campagna e nessuna casa o servizio ad interrompere questa monotonia. Normalmente la si evita di fare nel pomeriggio perche' il caldo stroncherebbe chiunque; invece, unendoci ai piu' temerari siamo riusciti a farla anche se soffrendo un po'. La temperautra bassa ha sicuramente agevolato il tragitto: Quando arriva il caldo pomeridiano credo che diventi impraticabile per molti.
La meta di ieri di 35 km e quella di oggi di 37 km bisogna dire che non e' stata fatta con un solo intento sclerotico masochista, ma per corregere e reinterpretare le tappe della nostra guida. Venerd¡ e' il giorno in cui raggiungeremo Leon. Ci tocca arrivare perche' dobbiamo andare alla posta per ritirare il pacco spedito da Logroño e rispedirlo questa volta fino a Santiago di Compostela. La guida quel giorno da una tappa molto impegnativa di 37 km con tanti paesi da attraversare. Ci e' sembrato meglio anticipare un po' la strada anche per ritrovarci del tempo da spendere per visitare la citta' di Leon che ha detta di molti merita una particolare attenzione. E cos' domani svestiamo i panni dei pellegrini mattinieri e corridori e ci "limitiamo" ai 25 km che servono per raggiungere Sahagun.
Eravamo al Villalcazar de Sirga seduti sulle scale della solita chiesa trovata chiusa ( un vero peccato attraversare paesi con chiese che dall'esterno sembrano spettacolari e non poter entrare) per scaricare un po' lo zaino quando ci siamo intrattenuti con una guida di pellegrini della via francigena in Italia: Renzo 72 splendidi anni e con due occhi molto vivaci. Conosceva il cammino di Francesco e Angela e soprattutto un grande estimatore della confraternita di Perugia. Infatti,
Renzo insieme a due amiche il giorno prima si e' fermato all'ermita di San Nicolas poco prima di Itero de la Vega. Rispetto a loro ieri non abbiamo ceduto al caloroso invito di Lillo e Aldo i due hospitaleri italiani (palermo e macerata) di fermarci per la notte l¡. Ci siamo cos¡ persi la particolare ospitalita' nell'ermita senza luce elettrica dove ogni sera viene fatta la "lavanda" dei piedi dei pellegrini e viene offerta la cena preparata dall'altra ospitalera di palermo, maria, la moglie di Lillo. Che mix: hospitaleri di palermo, ermita della stessa confraternita' che ci ha mandato le credenziali e un trattamento unico forse in tutto il cammino.
Ma quando i pellegrini stabiliscono una meta e' anche giusto rispettare l'intento che ci si e' dati. Se le leggi del cammino restano valide, siamo sicuri di incontrare queste spleide persone.

lunedì 8 giugno 2009

14- Fromista

Hontanas - Fromista partenza ore 6.30 arrivo ore 18.15 km 35

I vostri sposi pellegrini hanno raggiunto un nuovo record: 35 km rispettando pure il programma che si erano dati della giornata. Purtroppo, si stanno pure trasformando anche loro in due pellegrini sclerotici. Sveglia alle 5.30 e fuori a colazionare velocemente gia' alle 6.10.
Era praticamente buio e pioveva pure, ma con il poncho e ben coperti hanno affrontato la giornata.
Anche oggi un vento fortissimo tutto in senso contrario e la temperatura e' rimasta intorno ai 13 gradi o forse meno.

13 - Hontanas

Burgos - Hontanas partenza ore 9.30 arrivo ore 18.30 km 29

E' la tappa di ieri, ma siamo arrivati ad Hontanas tardi e a quanto pare la connessione ad internet non funzionava; ma ad Hotanas molte cose ci sono sembrate chiuse o un po' abbondonate, anche se c'e' da dire che un paese come questo e come tanti incontrati sopravvivono grazia al Cammino.
Ma procediamo con ordine.
Ieri siamo usciti alle 8.30 dalla nostra Pension La Peña contenti e felici per l'ora di tutto rispetto fatta. Un'altra ora e' passata per cercare un bar aperto. Anche se eravamo a Burgos prima delle 9 niente sembra che aprisse. Stranamente quando stavamo per uscire dalla citta' ecco trovare una pasticceria, un bar e diverse panederias aprire. Sara' stata una fortuna o forse la fame, ma i croissant e le tortine di mele mangiate ci hanno entusiasmato al punto da farci superare lo scoramento di essere partiti troppo tardi.
La tappa e' risultata moto impegnativa anche per il freddo che soprattutto nella prima parte della giornata abbiamo incontrato. Attraversato un parco, siamo giunti alla citta' universitaria. A parte la facolta' di diritto le altre strutture sono tutte nuove ed in costruzione. Ieri erano anche aperte perche' sede di seggio elettorale. Come all'arrivo, cos¡i' in uscita la citta' di Burgos non da sicuramente il meglio, ma siamo rimasti molto contenti della visita. La sera anche se non volevamo fare i discotecari, siamo riusciti a mala pena a rientrare dopo cena (ore 23.30) alla pensione. Sicuramente meriterebbe un'altra visita.
Diciamo che quando al bar per la colazione abbiamo incontrato due amici pellegrini francesi (ricordano due personaggi de La dolce vita), il racconto della loro nottata ci ha confermati l'idea di aver fatto una buona scelta andando nella Pensione. Infatti, sono rimasti chiusi fuori l'ostello dei pellegrini per essere arrivati poco dopo le 22. A niente e' valso bussare o andare alla polizia per cercare di ammorbidire gli inflessibili hospitalero. Hanno vagato tutta la notte fino alle 5 in cerca di un posto dove dormire rifugiandosi pure nei bagni di un hotel e strappare una mezz'ora di sonno.

Ieri e' stata la tappa delle Mesetas e lo sara' ancora fino ad arrivare a Leon. Jose' a Tosantos ce ne ha lungamente parlato: " ti sembra di arrivare o di vedere un paese ed invece non arrivi mai, sembra che tu abbia le allucinazioni". In effetti l'arrivo a Hontanas ci e' sembrato interminabile. i cartelli davano delle distanze che via via si riducevano, ma noi non vedevamo il paese. Solo quando eravamo a meno di 500 metri eccolo apparire incastrato tra le mesetas.
Cosa sono le Mesetas? Lunghi e ampi altopiani coperti solo di estesissimi campi coltivati a frumento, legumi e altri mangimi per gli animali, interrotti da sali scendi di qualche decina di metri che creano delle brevi vallate. Nessun albero (solo qualcuno che appare come un oasi), nessun fiume, nessuna casa, nessuna fonte d'acqua, solo la strada dritta di fronte che sembra non temrianre mai. E intanto ti domandi: ma come faranno a innaffiare ? quanti mezzi saranno impiegati per raccoglierla? e chi ci lavorera, visto che non si incontra mai nessuno a parte qualche raro pastore?, ecc. ecc.

La cena pellegrina ad Hontans ha finalmente soddisfatto i palati dei due sposi pellegrini e fatto archiviare la triste cena della sera prima a Burgos. Se la guida (la vecchia Lonely Planet che non verra' mai piu' comprata) aveva suggerito bene la pensione e la pausa caffe' per la cena il fare riferimento al ristorante come un'istituzione di Burgos, ci ha fortemente ingannato.

sabato 6 giugno 2009

12 - Burgos

Atapuerca - Burgos km 20 circa partenza ore 6.30 arrivo 12

Tappa record in tutti i sensi:
- per i km, pochi ma si devono aggiungere poi quelli spesi per andare in giro per la citta' (almeno altri 3).
- per l'orario di partenza. Ad Atapuerca, ci siamo fermati in un ostello privato e anche se la camera era di solo 6 posti letto, abbiamo trovato gli sclerotici pure la'; gente partita gia' per le 5 - 5.30 A quel punto meglio alzarsi e guadagnare tempo per Burgos.
- per il freddo. Come ieri anche oggi abbiamo incontrato tanto freddo. Ci ha ricordato il clima del primo giorno quando abbiamo attraversato il confine tra la Francia e la Spagna, ma oggi e' sembrato anche piu' fastidioso. Il termometro una volta entrati a Burgos intorno alle ore 11, segnava 11 gradi, ma metteteci l'ora della partenza, il fatto che stavamo ad un altitudine maggiore e che tirava un forte vento. Sicuramente qualche grado in meno c'era di sicuro.
- per l'orario di arrivo. E ci siamo pure fermati un po' in una chiesa nella periferia per recitare le lodi. Sicuramente non siamo stati tra i primi, ma e' stato bello sentire di avere tanto tempo da spendere per visitare la citta' con la minaccia della pioggia e un sole che ogni tanto filtrava attraverso un cielo tinteggiato tra l'azzurro, il bianco e il grigio chiero e scuro. A prnazo abbiamo mangiato pecaditos , paninetti ripieni di salumi, carni, peperoni, salse, ecc, ecc (8 roberto 4 michela); una delizia come i tapas o pinchos. E poi in giro tra chiese e monumenti. Oggi sembra sia stata la giornata dei matrimoni, ne abbiamo visti davvero tanti.
Qui a Burgos l'ostello dei pellegrini offre ogni tipo di optional: grandi sale, internet, grandi depositi per le bici ecc, ecc. Pero' gli sposi pellegrini hanno mantenuto la loro promessa, nonostante queste forti attrattive: concedersi almeno una notte alla settimana una camera doppia...
Servendoci della guida extra siamo arrivati in una pensione proprio al centro; ottima qualita/prezzo e noi contenti di poter fare gli orari che piu' ci aggradano. Naturalemente i pellegrini sono presenti pure la' (che ridere sentire arrivare nella camera accanto una coppia di uomini tedeschi con cui abbiamo diviso la stanza gia' due volte durante il cammino), ma speriamo che si concedano pure loro una pausa dallo sclero. Speriamo domani di uscire per le 8 di mattina, o forse anche prima che va comunque bene. Ci aspettano 29 km.

venerdì 5 giugno 2009

11 - Atapuerca

Tosantos - Atapuerca 26 km partenza 9 arrivo 17.30

Siamo vicini a Burgos. Ci separa una salita e poi una lunga strada asfaltata con attraversamento della periferia industriale di circa 21 km.
Questa sera dormiamo in un ostello privato. Quindi a letto obbligatoriamente alle 22 e alzata per le 6. Avremmo voluto arrivare piu' vicini a Burgos, ma considerando la tendinite che ha fatto un po' zoppicare Roberto possiamo ritenerci molto soddisfatti di essere qui. Abbiamo salito il monte Otas che in passato era temuto dai pellegrini per l'assalto da parte dei lupi e dei ladri e poi siamo lentamente scesi da un lungo altipiano coperto di pini; un nuovo affascinante paesaggio (speriamo presto di allegare qualche foto).
In cammino oggi e' ritornato spesso in mente Jose' e i suoi discorsi.
"Il cammino e' un misto di sorpresa e di casualita'. Non e' un cammino fisico, ma un cammino mentale, per stare con se' ma anche con gli altri. Molti partono come pellegrini e si scoprono turisti, mentre altri partono da turisti e si scoprono pellegrini."

10 - Tosantos

Grañon - Tosantos km 21 partenza ore 7.30 arrivo 15.30

Si alla fine siamo riusciti a fermarci a Grañon. Siamo arrivati praticamente dopo le 21 e quando siamo saliti nella torre del campanile della Chiesa dove e' strutturato l'ostello per i pellegrini, tutti ci hanno guardato come se fossimo scesi da Marte, stupiti dell'orario di arrivo. Invece, la serata (quella rimasta) ci ha sorpresi molto e ci ha rivelato un nuovo aspetto del cammino.
Tutti i pellegrini si stavano alzando da tavola per dirigersi frettolosamente dentro i loro sacchi a pelo, mentre i due hospitaleri ci hanno accolto con un sorriso che fino ad adesso non conoscevamo e ci hanno offerto di servirci di quanto disponevano in cucina. Abbiamo cenato anche con i nostri formaggi che avevamo con noi nello zaino e finalmente gli hospitaleri si sono intrattenuti in qualche chiacchiera. Abbiamo cosi' conosciuto Bruno e Teresa. Lui sessantenne di Treviso con alle spalle 3 cammini ed in previsione un quarto da provare in inverno e a detta sua "drogato del cammino di Santiago"; Lei una giovane della Repubblica Ceca, con un fare ormai spagnolo.
E' stato per noi il primo Ostello parrocchiale e crediamo che non sara' l'ultimo. Finalmente la possiiblita' di essere accolti sempre in qualsiasi orario, di sentirsi a casa e respirare uno spirito pellegrino.
Per qualcun (come effettivamente e' capitato di sentire proprio ieri) il cucinare insieme, il dividere un pavimento con dei semplici e sottili materassini e come a Grañon, farsi una doccia con l'acqua fredda protrebbe non risultare così' entusiasmante.
Per noi, a parte la doccia che preferiamo comunque calda, il condividere la cena e non solo sembra portarci in un clima piu' intimo e di apertura al dialogo.
E' stata forse la giornata piu' bella anche perche' ci siamo concessi una piacevole visita a Santo Domingo de la Calzada (la chiesa forse tra le piu' belle ) con il fuori programma della mostra dentro il chiostro su Peccato Penitenza e Perdono.
E che meraviglia poi camminare nelle ultime ore di luce quando si stempera il caldo.

Siamo ancora al giorno del 3 giugno.
Della tappa del 4 da Grañon fino a Tosantos dobbiamo dire che il giorno e' stato caratterizzato da una giornata grigia e afosa e un percorso molto monotono: strade dritte tra campi di cereali. Con un auricolare condiviso abbiamo camminato per quasi tutta la mattina in compagnia di Agricatus, Samuele Bersani, ecc, ecc.
Beh, c'e' stata la conoscenza di Elisa di Almeria e la grande scoperta di Andrejovic, un ragazzo di Mosca di madre rumena e padre russo di diciasette anni, in cammino dalla sua citta' dal 3 febbraio con oltre 5.800 km sulle esili e ricurve spalle. Un'emozione indescrivibile percorrere con lui che cercava tanta compagnia il tratto da Belorado fino a Tosantos.
Forse avremmo pure proseguito il cammino di qualche km ( Andrej si e' dispiaciuto tanto di salutarci), ma e' stato meglio cosi' visto il sopraggiungere (inaspettatamente considerato la brevita' e facilita' della tappa) di un'infiammazione al tendine sinistro della gamba di Roberto.

Arrivo presto e possibilita' di farsi il bucato. Per Roberto il primo, non perche' da 10 giorni e passa non si lavasse gli indumenti, ma perche' abbiamo avuto sempre a disposizione la lavatrice.
E' che incontro qui a Tosantos nell'albergo dedicato a San Francesco d'Assisi, gestito con tanta cura da Jose' e e Daniel.

Jose' un filosofo del cammino di Santiago (con all'attivo 15 cammini! con arrivi fino a Roma) ci ha intrattenuti mentre cucinava ( cucinavamo insieme con gli altri 4 pellegrini) la Tortilla con scambi di episodi della vita di Francesco e riflessioni sul senso del cammino e l'evoluzione del cammino negli ultimi 30 anni.

Forse è vero che il cammino cura come dice Josè, è vero che percorrendo tanti chilometri soli con se stessi sapendo di poter fare solo un passo dopo l’altro può risultare duro da sopportare per quasi 1 mese. E’ incredibile però vedere quanta strada si può fare un passo dopo l’altro. E forse è anche nella vita è così che dovrebbe essere: un passo dopo l’altro, avendo un’idea chiara o almeno cercando di averla , sulla direzione che si sta seguendo. Un passo dopo l’altro, un piccolo grande segreto; un passo, un respiro. Banale? non tanto..
Un passo dopo l’altro verso una direzione

mercoledì 3 giugno 2009

Riflesssioni in cammino

Trovarsi.. o smarrririsi, con se', con gli amici incontrati.
Strade lunghe, dritte, assolate e campi , fiori, e cieli blu che si coprono di foschia.
Chilometri in piu' o in meno, chi con un passo chi con un altro, arrivare dopo, ma vedere gli altri arrivare ancora dopo.
... ...

Le beatitudini del pellegrino

1. Beato sei, Pellegrino, se scopri che il cammino ti apre gli occhi a quello che non si vede.
2. Beato sei, Pellegrino, se quello che ti preoccupa non e' arrivare, ma arrivare con gli altri.
3. Beato sei, Pellegrino, quando contempli il cammino e lo scopri pieno di nomi e di albe.
4. Beato sei , Pellegrino, perche' hai scoperto che l'autentico cammino inizia quando finisce.
5. Beato sei, Pellegrino, quando il tuo zaino si svuota di cose e il tuo cuore non sa dove mettere le tante emozioni.
6. Beato sei, Pellegrino, se scopri che un passo indietro per aiutare gli altri vale di piu' che cento in avanti senza guardare chi sta al tuo fianco.
7. Beato sei, Pellegrino, quando ti mancano le parole per ringraziare di tutto quello che ti meraviglia in ogni svolta del cammino.
8. Beato sei, Pellegrino, se cerchi la verita' e fai del tuo cammino una vita e della tua vita un cammino in cerca di chi e' il Cammino, la Verita' e la Vita.
9. Beato sei, Pellegrino, se nel cammino ti incotnri con te stesso e ti regali un tempo senza fretta per non dimenticare le immagini che ti suggerisce il tuo cuore.
10. Beato sei, Pellegrino, se scopri che il cammino e' fatto di silenzio, e il silenzio della preghiera, la preghiera dell'incontro con il PAdre che ti aspetta.

9 - Grañon

Najera- Grañon (?) partenza ore 7.30 arrivo (?) km 29

Cari amici camminatori, vi scriviamo quando siamo ancora in cammino: ecco spiegati i punti interrogativi. In questo momento siamo all'albergo dei pellegrini di Santo Domingo de la Calzada, a circa 7 km dalla nostra forse meta finale.
Siamo arrivati qui intorno alle 14, mangiato un abbondante pasto e poi volendo visitare la chiesa e il museo abbiamo deciso di aspettare la sua apertura pomeridiana delle 17.
Qui il pellegrino viaggia con orari differenti rispetto a quelli spagnoli e cos¡ quando il pellegrino cammina tutti i negozi e i servizi funzionano mentre quando il pellegrino si ferma tutto e' chiuso per la siesta della mattina (niente apre prima delle 10) o del pomeriggio (apertura dalle 17 alle 19).
In questi giorni a troppe chiese e monumenti purtroppo abbiamo dovuto rinunciare; per dirne due c'`quella di Torres del Rio quella di San Sepolcro e ieri a Najera quella di Santa Maria del Real.
Qui a Santo Domingo si festeggia in modo molto sentito l'anno giubilare (scoperta che abbiamo fatto quando stavamo gia' in cammino) e tra l'altro festeggiano anche i 900 anni dalla fondazione della citta' ad opera del Santo che ha pellegrinato fino a Santiago. Il paese e' famoso anche per la leggenda dei due polli. Dentro l'abside della cattedrale dovrebbe esserci una gabbia con due polli a ricordare la leggenda che vide protagonista un magistrato del posto che non volendo credere al miracolo operato dal santo nei confronti di tre pellegrini tedeschi (padre, madre e figlio) , vide il proprio pollo arrosto nel piatto riprendere vita.
Sarebbe bello fermarsi in questo ostello, pulitissimo ed efficientissimo, ma la nostra speranza e' di trovare posto presso la chiesa di Grañon, dove il parrocco da' ospitalita' a tutti i pellegrini, condividendo i pasti e la preghiera.
Dovremmo arrivarci per le 20 o forse prima. Staranno tutti mangiando i nostri pellegrini sclerotici, ma speriamo di condividere comunque il momento.

martedì 2 giugno 2009

8 - Najera

Logrono - Najera 29 km partenza ore 7.30 arrivo 16.45

Si parlava di regole. Qui nell'albergo dei pellegrini di Najera c'e' quella di non alzarsi prima delle 6. Chissa' se verra' rispettata. I pellegrini sembrano anticipare sempre di piu' la loro partenza. Se prima erano le 6, oggi alle 4 molti erano gia' in piedi e alle 5 c'era la coda in cucina e in bagno. D'accordo che ognuno abbia i suoi orari (per quanto possibile visto che alle 22 c'e' il coprifuoco in tutti gli auberge dei perregrinos) e possa camminare con il proprio passo. Ma quando alle 4 ti viene tolto il sonno, arrivi in albergo e trovi l'acqua fredda, allora ci scappa pure il commento nei confronti dei pellegrini un po' avanti negli anni: sclerotici.
La sensazione quando riesci a camminare a fianco, o vicino ai pellegrini mattinieri e marciatori e che non abbiano altro tempo, energia, attenzione che verso il luogo in cui devono arrivare. Hai la sensazione di disturbare se tenti di intraprendere un discorso, e i loro sguardi sono presi solo dal loro passo. Partono alle 5 se non prima e arrivano a destinazione dopo 29 km alle 12.30.
Noi abbiamo altri ritmi e altri orari e ci piacciono, finche' non disturbano qualcuno. Tra l'altro ce'e' da dire che se tentiamo una piccola devizione per una curiosita' o il desiderio di stare per conto nsotro, veniamo subito ripresi.

7 - Logrono

Torres del Rio - Logrono 22km partenza ore 8.15 arrivo ore 15.15

Siamo indietro di un giorno nell'agggiornamento del blog. Oggi cerchiamo di recuperare riferendo anche della tappa di ieri.
Purtroppo ieri non abbiamo avuto la possibilita' di usare il computer; nel pomeriggio e' stato sempre occupato e la sera un hospitalero ha proibito il suo utilizzo dopo le 22. Eravamo occupati una piacevole conversazione con una ragazza australiana di origini croate e l'hospitalero ad un certo punto ha interdetto lo spazio della cucina, cos¡ come il giardino esterno, la sala dei computer, fatto rietrare le persone che stavano al fresco a fumare e spedito tutti a letto. Comprensibile che ci siano delle regole, ma i modi non sono stati proprio teneri e cos¡ Roberto ha ribattuto soprattutto quando l'hospitalero stava per lasciare dei pellegrini fuori l'albergo e ha minacciato di chiamare la polizia.

L'arrivo presto a Logrono ha permesso di visitare la citta' e soprattutto spedire con il corriere dei pellegrini un po' di roba, di peso. Ci siamo alleggeriti di quasi 5,5kg tra indumenti, libri, e stuoie.
Poca roba ma di giorno in giorno sentirsi la schiena meno carica fa' piacere.

domenica 31 maggio 2009

6 - Torres del Rio

Irache- Torres del Rio(passando per Los Arcos) partenza 9.45 (era domenica no? arrivo 18.45

Oggi, poche note. Il tempo del collegamento si e' ridotto perche' abbiamo dovuto aiutare una pellegrina francese per mandare un'email. Era nuova all'uso di internet e cos¡ un breve messaggio tipo telegramma ha richiesto pero' buona parte del collegamento, passando anche da un computer all'altro perche' nel frattempo quello si e' bloccato due volte.
Se c'e' la possibilita' dopo la cena torniamo a collegarci. Sempre che non disturbiamo qualcuno visto che siamo arrivati tardi in questo paese e non abbiamo trovato posto nelle camerate, cos¡ a noi e' toccata la terrazza, mentre altri si stanno sistemando nei vari spazi lasciati liberi tra zaini e scarpe. Quindi anche nella sala internet, che qui e' anche nella sala cucina, penso che quando torniamo dal ristorante (sempre se ce n'e' uno ed e' aperto) troveremo doverse persone per terra (anzi qualcuno si sta gia' sdraiando).
Oggi, una tappa molto pianeggiante, in mezzo a campi di grano, ulivi e viti, con un piacevole vento a mitigare il tragitto.
Molti dei pellegrini che abbiamo fino ad adesso conosciuto si sono fermati a Los Arcos, ma noi visto che siamo partiti piu' tardi e avevamo meno strada sulle spalle e i piedi, abbiamo proseguito. Chissa' che ci siamo persi. c'era una bella atmosfera e la festa con i tori.
oggi, tappa individuale, cioe' ognuno con il proprio passo. Roberto piu' da maratoneta inseguendo due francesi che viaggiavano con 7km/h e Michela piu' meditativa concedendosi pure la messa lungo il tragitto.

A proposito di tappa individuale..
Auguri di Michela e Fabio: non è necessario andare sempre alla stessa velocità ma piuttosto è importante seguire la stessa direzione; non fermarsi mai di fronte alle difficoltà

foto sul monumento dei pellegrini poco dopo Pamplona


sabato 30 maggio 2009

5 - Irache Ayegui

Partenza ore 8.30 -arrivo 18.30 km 27
Avevamo da smaltire gli avanzi della cena e cos¡ la colazione stamani è' durata piu' del previsto perche' oltre allo yougurt, le fette biscottate con la marmellata,e via dicendo, avevamo da "cunsare" i panini per il pranzo con il formaggio e i pimentos (peperoni) rimasti.
Oggi, abbiamo seguito un percorso controcorrente rispetto al gruppo dei pellegrini e a quanto indicato nella guida di Terre di Mezzo. A proposito, per chi dovesse partire consigliamo una guida spagnola o meglio francese, negli ultimi giorni la guida italiana sta accumulando troppi errori. Ieri, ha indicato una deviazione per raggiungere la chiesetta di Santa Maria di Eunate, un paese dopo rispetto a quello effettivo. Per fortuna che poi il responsabile dell'ostello e' stato cosi' gentile da accompagnarci con la macchina. Oggi ha evidenziato la possibilita' di arrivare al paese di Estella ( fine tappa odierna secondo la guida) e godersi un bagno nel fiume. Peccato che il fiume di colore verde intenso e' costeggiato da fabbriche, e centrali elettriche non proprio rassicuranti. E cos¡ oggi, abbiamo deciso di concederci uno sforzo in piu', uscire da Estella, andare oltre Irache e salire nel Monastero dove poco prima una fonte offre ai pellegrini un bicchiere di vino.
Arrivati l¡ eravamo convinti di trovare la disponibilita' per delle stanze anche doppie (siamo o no in luna di miele?), ma il custode ci ha detto che non tenevano l'uso di camere per i pellegrini. Ci eravamo affidati ad una guida francese, su segnalazione di una pellegrina.
Bene, il pellegrino comunque non si scoraggia e tira sempre avanti e dopo un altro chilometro eccoci arrivare ad un hotel non proprio pellegrino, ma che goduria avere una stanza tutta per noi (senza russatori che nel cuore della notte ti molestano con un russare devastante), farsi un bagno caldo e ... Per la cronaca, stanotte roberto ha avuto la forza di saltare dal letto a castello, e senza occhiali, afferrare una coperta dal cumolo e assestarla sotto il materasso... il pellegrino ha smesso di russare, tutti hanno ripreso sonno e stamani una pellegrina ha evocato lodi da eroe.
E adesso, considerata la notte passata, volendoci godere il nostro lettone, chiudiamo e auguriamo a tutti una buona notte.

venerdì 29 maggio 2009

4 - Puente de la Reina

Pamplona- Puente de la Reina, 23 km partenza ore 7.30 arrivo 16.45
Oggi il caldo, tanto, e l'aria ferma sono stati i protagonisti. Un bel percorso per uscire dalla splendida Pamplona e poi una salita in crescendo di 450m per scollinare giu nell'altro versante. In mezzo il monumento ai pellegrini ( 8 sillhuette di pellegrini sul crinale) e la visuale di tutta la strada fino ad adesso fatta e quella che verra'.
Credo che quest'annoil caldo sara' tanto, quindi i 200km circa di praticamente deserto che ci attendono a meta' percorso ci mettono gia' i brividi.
Oggi ci abbiamo messo un po' perche' dopo esserci separati, michi ha smarrito la strada e cos¡ il percorso e' risultato piu' lungo.
Durante il cammino le riflessioni che si fanno sono tante, gli incontri sempre molto stimolanti e' la sensazione nonostante appunto il caldo e lo zaino sulle spalle e' quella leggera di sorvolare sulla terra che si tocca.
A proposito di zaino, molti ieri a Pamplona lo hanno alleggerito, facendosi spedire a Santiago qualche chilo, noi invece temerari lo abbiamo appensatito ulteriormente. Ai 16 kg credo che se ne siano aggiunti altri due (quando qui la maggior parte vuole stare entro i 10kg) tra sacco a pelo che a Roberto mancava ( e l'altra sera se n'e' sentita la necessita' e poi qualche occorrente per la colazione. Visto che qui gli ostelli dei pellegrini sono certe volte delle strutture di lusso, ci sembrava un peccato non utilizzare la cucina.
A Pamplona non si puo' immaginare se non lo si vede cosa e' l'ostello del pellegrino. Ricavato da una chiesa, le due navate laterali sono diventati tre piani con due dedicati ai letti (obligatoriamente a castello) tutti in legno con panche, attacco luce e presa, e nell'ultimo piano una cucina e una sala soggiorno e poi, giardino, lavatrici e asciugatoi, punto internet, docce sempre con l'acqua calda: uno spettacolo.
Ci eravamo detti di cercarci un posto piu' tranquillo per noi due, ma quando lo abbiamo visto non siamo riusciti a rinunciarci. E pensare che il tutto costa 5€ a persona. Verrebbe da dire che per viaggiare si dovrebbe fare sempre il pellegrino.
Il costo maggiore lo si affronta per mangiare, ma dipende dai posti. Le offerte non mancano, ce ne sono in abbondanza per quasi tutto il percorso, ma a volte si puo' cadere in qualche alimentare o ristorante che gonfia un po' le cifre. La cosa migliore e' scegliere bene se andare nei ristoranti che offrono il menu' del pellegrino. Il prezzo sembra anche invitante: 9€ o 12€ per un pasto completo. Ma quando il menu' e' imposto (carne, pasta scotta, come anche gli orari, intorno alle 18.30 o 19) e l'impressione e' quella di dare da mangiare con poca volonta' (come si puo' offrire per anni lo stesso menu'? i piatti sembrano portare con se' la fatica di questi anni) allora meglio un alternativa diversa: un bar, la cucina dell'ostello.
E stasera la scelta e' andata alla cucina dell'ostello. Piccola, solo 4 fuochi e in uno spazio ristretto, ma come non sembra riuscirci in molte case condivise da studenti, stasera una cinquantina di persona ci hanno mangiato.
Noi abbiamo preso il comando quando il turno delle 18.30 - 19 si e' esaurito (soprattutto francesi). Arrivati a Puerte de la reina, ci siamo organizzati tra italiani (ma si sono aggiunti volentieri poi in un numero sempre crescente, brasiliani, spagnoli, polacchi, francesi per arrivare ad un numero di circa 18 persone) e abbiamo fatto una bella spesa. Il menu' e la cucina supervisionata da Roberto e' stato: 1- antipasto di olive, peperoni, 2-pasta con firrielli (i peperoni che qui vanno alla grande) con cipolle fresche e patate), 3_ insalata, formaggi e salame, 4- anguria. Un successone, con applausi finali. Bella questa atmosfera di grande convivialita', disponbilita', condivisione, un regalo raro.

giovedì 28 maggio 2009

3 -Pamplona

Larrasoana- Pamplona 8.00 am - 14 pm

La tappa forse tra le più corte del cammino, 15 km, ma essendo il terzo giorno dove normalmente affiorano i dolori e qualche irritazione, ce la siamo fatti con calma.
Come consuetudine siamo partiti con molta calma. Diciamo che non eravamo gli ultimi, ma quasi.
Comunque, rispetto ad altri che marciano come facessero in un trekking del CAI, noi ci concediamo tante soste lungo il tragitto, per ammirare uno scorcio ed in caso fotografarlo (neanche oggi nessuna possibilità di collegarsi con l'usb e quindi niente foto, qui i pc sono tutti standardizzati e chiusi nelle scatole di legno), alleggerire le spalle (siamo tra quelli forse con lo zaino più pesante), intrattenerci con i camminatori più lenti e forse anche più interessanti, e fare anche qualche deviazione per ammirare alcuni siti di interesse.
Oggi, ad esempio, stavamo parlando con Daniel, un francese di Aix- En-Provence quando abbiamo deciso di salire sulla collina per vedere una chiesa di cui si faceva accenno nella guida di Terre di Mezzo. Niente di ché, però per noi ha significato alleggerirci di qualche piccolo attrito raccolto nei primi passi della mattina e scoprire che la chiesa e' dedicata a Santo Stefano: la stessa dove ci siamo sposati ad Assisi. Che meraviglia poi intrattenersi con una suora tanto gentile e disponibile da donarci anche le beati duini del pellegrino (nella serata tento di trascriverle nel blog).
Si, gli incontri durante il percorso non mancano e si scoprono anche più interessanti del previsto. Come quello di ieri sera al ristorante di Larrasoana. Eravamo andati a curiosare al ristorante ed in caso prenotare visto che insieme ad un altro era il solo in tutto il paese e ci siamo dovuti fermare obbligatoriamente a mangiare. Erano le 19, ma qui gli orari sono imposti. Nel tavolo eravamo in 6. Noi, due francesi forse madre e figlia e poi un'altra coppia di australiani sui 55 anni. Due battute su cosa facevamo e abbiamo scoperto che conoscevano Bill Morrison (per intenderci il padre della Permacultura) e che stanno progettando un co-housing con uno spazio di terra da condividere.
Francese, inglese e a poco a poco acquisiremo anche lo spagnolo così da intensificare gli scambi anche con gli spagnoli. Si anche Roberto parla e riesce a farsi capire anche se può stupire. Naturalmente Michela lo supporta molto. Come ad esempio stamani quando ci stavamo preparando e nella stanza condivisa con due tedeschi mi sono rivolto a loro dicendo che se stavano aspettando il bagno potevano recarsi in quello di sotto perché era libero. Quindi:” if we are attending the boothroom there is an other up stars... “(lasciando stare gli errori di battitura) facendo un mix dal francese e confondendo il sopra con il sotto, chissà cosa hanno pensato volessi da loro visto che li invitavo a “frequentare” il bagno.


Solo una nota dolente: a Larrasoana pare che la gentilezza verso i pellegrini non alberghi sovrana, specie tra i commercianti del luogo, infatti la sera siamo stati quasi cacciati da un bar perché avevamo osato entrare e metterci in piedi davanti la televisore senza consumare , mentre la mattina , alla partenza, per poco il barista non ci linciava perché Roberto aveva lasciato lo zaino nel bar invece di posarlo fuori! Come sempre vale la massima “paese che vai..”. Consigliamo ai futuri pellegrini sul cammino di Santiago di fermarsi a Zubiri (la cittadina prima di Larrasoana) , che è molto più carina e, a quanto ci dicono, anche l’ostello è migliore. Altra alternativa suggeritaci da una coppia di Bolgona è un albergo privato a circa tre chilometri dopo Larasoana. Qualche indicazione si poteva raccogliere pure in cammino, senza farsi scoraggiare da un apparente prospettiva dispendiosa perché a conti fatti il rapporto qualità prezzo con cena e colazione comprese ci ha fatto ravvedere.

mercoledì 27 maggio 2009

2- Larrasoana

Fine seconda tappa: Roncisvalle- Larrasoana, per un totale di 27,5 km.

Partenza alle ore 7 (piu' tardi di ieri) e arrivo alle 16.45 (ieri 15.15).
Ragazzi (del cammino di Francesco), a pensare questi orari viene da sorridere, no? Ma la partenza sul presto (e oggi ci e' smebrato di essere gli ultimi pellegrini della sala) e poi il fatto che lungo la strada per adesso non si incontrano luoghi di interesse e forse anche i pochi dislivelli e il sentiero ben tracciato... pero' sta di fatto che si arriva piu' riposati e con tanto tempo ancora a disposizione (anche per accedere ad internet). A proposito di internet: qui ogni ostello ne ha a disposizione almeno un paio e pronti da usare come fossero delle cabine telefoniche ( ma niente ancora USB e cos¡ per inserire delle foto forse dovremmo aspettare domani che arriveremo a Pamplona). Non ci immaginate inseguiti dai tori pero' perche' la fiesta e' per luglio... quindi rimandiamo al prossimo anno.
Tra le profonde riflessioni in cammino c'e' questa importante considerazione: single, maschi e femmine, il cammino e' per voi! Qui, la sensazione e' che si cucchi alla grande. Ce n'e' per tutte i gusti e le eta' e poi questo condividere otlre che il sentiero anche le camerate e i servizi, possono aiutare ogni tipo di "gancio".
I pellegrini arrivano da tutti i Paesi ... a parte l'Europa, troviamo molti brasiliani, giapponesi... e ieri sera alla Cattedrale di Roncisvalle il prete ha pronunciato la benedizione per i pellegrini pure in coreano!
La partenza (senza caffe' e the)e' stata ad una temperatura sicuramente sotto i 10 gradi, poi lungo la strada e' arrivato il sole che ben filtrava dentro una fitta vegetazione e verso la fine del tragitto quando i gradi sono aumentati e il sentiero si e' scoperto, i gradi in piu' hanno facilitato gia' qualche lieve abbronzatura.

martedì 26 maggio 2009

1 - Saint Jacques Pied de Port - Roncisvalle

C’è un cammino da fare assieme, una via dello stare assieme che ci completa. Sta già accadendo, siamo qui.
Vorremmo che il nostro matrimonio fosse il luogo dove il nostro essere, la nostra “presenza”, possa fortificarsi e vivificarsi. Non c’è oggi, non c’è domani c’è solo “adesso”.


Inizia il cammino di Santiago di Compostela
Siamo a Roncisvalle! Abbiamo terminato (in tempo record, per noi!) la prima tappa del cammino verso Santiago di Compostela: la piu' difficile, la piu' temuta a detta di tutte le guide e gli incontri fino ad adesso fatti.
Ma per gli sposi pellegrini, oramai rodati sul cammino di Francesco questa e' sembrata "quasi" (giuste le virgolette) una passeggiata. Sara' che l'abitudine ai dolori e alle alzate di buon'ora sono oramai acquisite o sara' che Francesco ci sta guidando.
Comunque, per restare onesti, la giornata di oggi qualche difficolta' l'ha anche presentata. Niente sole, ma nebbia da non vedere oltre i 30 metri, pioggia, e mica uno scroscio e via, ma una bella e fitta pioggerellina dall'inizio alla fine, ed anche il vento, soprattutto nel tratto prima di arrivare al confine spagnolo, da farci gelare le mani e doverci riscaldare con il nostro stesso fiato.
Ma siamo a Roncisvalle nell'ostello della colleggiata in una camerata di 132 posti letto che a scrivere questa cifra impressiona, ma che consegna in realta' un fascino ed una tranquillita' inimmaginabile. Tutti ordinati e silenziosi vicino al proprio letto a castello e diligenti e sorridenti nel dirigersi verso le docce o verso le altre sale.
Lingue da tutto il mondo ed eta' tra le piu' varie anche se noi possiamo considerarci nella fascia dei giovani (incredibile). Infatti, ci hanno collocati nella parte alta dei letti a castello. E sotto di noi dormono degli arzilli settantenni.
Qualcuno dira': "ma come la prima tappa!" "non sono partitti gia' gioved¡ scorso?"

A questo punto dovremmo raccontare della nostra sosta nel fine settimana presso il Plum village o villlaggio dei pruni di Tich Nath Han, vicino Bordeaux. Ma servirebbe una sola giornata per raccontare questa esperienza, e qui la connessione putroppo durera' per soli altri 14'.
Diciamo che un'esperienza in un monastero buddista con monaci provenienti da tutto il mondo ma soprattutto vietnamiti, italiani e francesi ci ha colpiti nel profondo e l'abbiamo sentita un'esperienza che cercavamo entrambi e molto adatta al momento che stiamo vivendo.
Abbiamo meditato insieme alla Sangha seduti nel "tempio" alle 5.30 della mattina, mangiato in "nobile silenzio" secondo gli orari del monastero (12 e 18), meditato in cammino con il maestro TNT, e condiviso in francese ed in inglese (si, pure Roberto!!!) il dharma talks su come "mantenere il sorriso" e ... e poi tanti sorrisi compassionevoli, giochi all'aria aperta sotto alberi giganteschi e scambi dal sapore semplice e sincero.

Un passo verso la "presenza" e il respiro consapevole che speriamo portare nel nostro cammino verso Santiago di Compostela.

Dal confronto nel “dharma talks” con la comunità dei monaci e dei laici che si incontrano a Lower Hamlet: essere cattolico ed essere buddista, entrambi possono dire: “grazie a Dio sono un essere che respira, in me c’è la vita e se resto nella “presenza” posso sentirla”. E allora pensiamo anche ai cinesi con cui abbiamo condiviso la cuccetta da Milano a Parigi mentre sfogliavano il libro di Lao Tse “La via del Tao” che Roberto ha loro mostrato , e rivediamo il loro pollice puntato in alto per dire “Lao Tse è molto ok!”, ovvero: c’è un linguaggio, quello di Dio, che supera qualsiasi barriera linguistica, culturale e per noi occidentali è possibile imparare da Lao Tse e condividere questa esperienza con loro che non parlano una parola di italiano, inglese o francese. E’ bellissimo!
Incredibile come l’amore di Dio si manifesta nelle persone e nelle loro scelte: tutto il mondo è una rete di vita che pulsa, ognuno di noi è un centro di questa rete, e ha un compito da svolgere.
L’incontro con Jacopo e Fabio, due ragazzi che si sono fatti monaci e vivono qui: i silenzi nei nostri dialoghi con loro, la loro voglia di comunicare e allo stesso tempo la fragilità e la delicatezza degli argomenti da trattare..che emozione, che meraviglia!

Sempre Francesco

Un breve post per accompagnare le foto del cammino di francesco.
Non c'era stato il tempo di farlo prima di partire, ed eccoci cos¡ a Roncisvalle sul cammino verso Santiago di Compostela di nuovo con l'accesso ad internet per correggere questa mancanza.
Godetevi queste foto e naturalmente se vi connettete lasciateci un commento cos¡ sappiamo se c'`qualcuno e ci sforziamo durante il cammino per trovare una connessione.

venerdì 8 maggio 2009

Si parte


Fra qualche ora si parte per il pellegrinaggio.
Oggi, venerdì 8 maggio la prima tappa è di trasferiemnto.
Alle ore 12.35 prendiamo l'Intercity da Reggio Emilia per Arezzo, cambio con il regionale fino a Bibbiena e poi con un pullman raggiungiamo La Verna.
Si dorme, si riposa, dopo le corse per concludere le ultime, tante, cose prima di partire e poi inizia il cammino... serve, necessità, lo vogliamo.
La Nilde ci ha portato oggi in dono un albero di ulivo, un segno di pace e di buon auspicio.
Ci vediamo ad Assisi.
Un bacio a tutti

domenica 26 aprile 2009

Prepararsi


Ecco la foto conclusiva della seconda e unica altra tappa di pre-pellegrinaggio: "l'acchianata di Santa Rosalia" al santuario di Monte Pellegrino a Palermo.
Io, michi e la mamma (quella di Roberto) che ha segnato il passo e il ritmo ... da maratoneta; difficile pure raggiungerla.
Purtroppo, non siamo riuscit,i e non credo ci riusciremo neanche adesso, a prepararci facendo altre camminate.
Gli impegni, le scadenze, sono tante e per adesso si fà fatica ad inseguire, a soddisfare queste (meglio isneguire la mamma).
Poi, avverrà lo stacco della spina, e i mille pensieri, programmi si cristallizerrano o diventeranno più incosinstenti, voltatili. Resterà un unico respiro, un unico pensiero: camminare, godere della libertà. L'idea per adesso fà solo girare la testa.
Per adesso pensiamo agli impegni e ai programmi.. che è sempre una fase importante di questo cammino.

domenica 12 aprile 2009

Auguri di Pasqua!


Primo assaggio. 9 km dalla villa di Altavilla Milicia alla chiesa di San Nicola l'Arena.
Scarpe testate. C'è un piccolo intervento da fare per sistemare un difetto su una scarpa di Michela, ma sembra una cosa semplice.
Speriamo che non sia il solo assaggio però. Forse troveremo il tempo ancora nella sosta palermitana...
sempre se smette di piovere.
auguri di Buona Pasqua a tutti gli amici pellegrini e non!

mercoledì 1 aprile 2009

Preparativi e nuove diete


Proseguono i preparativi per il doppio cammino che ci aspetta. Dopo la "breve" parentesi sulle strade di Francesco, abbiamo "tutto" il cammino di Santiago da fare subito dopo, e allora si che ci servono mezzi sicuri e solidi per affrontarli... scarpe, sostegni, calze, maglie autoasciuganti...
Ma mancano ancora i sandali, forse il kit per mangiare... e soprattutto serve anche il tempo per testarli prima di partire.
Speriamo di trovarlo...
ma intanto dedichiamoci al cibo, alla cucina... sempre più vegetariana.

domenica 29 marzo 2009