Il cammino francese verso Santiago

Il cammino francese verso Santiago

UTREYA! SUSEYA!



martedì 26 maggio 2009

1 - Saint Jacques Pied de Port - Roncisvalle

C’è un cammino da fare assieme, una via dello stare assieme che ci completa. Sta già accadendo, siamo qui.
Vorremmo che il nostro matrimonio fosse il luogo dove il nostro essere, la nostra “presenza”, possa fortificarsi e vivificarsi. Non c’è oggi, non c’è domani c’è solo “adesso”.


Inizia il cammino di Santiago di Compostela
Siamo a Roncisvalle! Abbiamo terminato (in tempo record, per noi!) la prima tappa del cammino verso Santiago di Compostela: la piu' difficile, la piu' temuta a detta di tutte le guide e gli incontri fino ad adesso fatti.
Ma per gli sposi pellegrini, oramai rodati sul cammino di Francesco questa e' sembrata "quasi" (giuste le virgolette) una passeggiata. Sara' che l'abitudine ai dolori e alle alzate di buon'ora sono oramai acquisite o sara' che Francesco ci sta guidando.
Comunque, per restare onesti, la giornata di oggi qualche difficolta' l'ha anche presentata. Niente sole, ma nebbia da non vedere oltre i 30 metri, pioggia, e mica uno scroscio e via, ma una bella e fitta pioggerellina dall'inizio alla fine, ed anche il vento, soprattutto nel tratto prima di arrivare al confine spagnolo, da farci gelare le mani e doverci riscaldare con il nostro stesso fiato.
Ma siamo a Roncisvalle nell'ostello della colleggiata in una camerata di 132 posti letto che a scrivere questa cifra impressiona, ma che consegna in realta' un fascino ed una tranquillita' inimmaginabile. Tutti ordinati e silenziosi vicino al proprio letto a castello e diligenti e sorridenti nel dirigersi verso le docce o verso le altre sale.
Lingue da tutto il mondo ed eta' tra le piu' varie anche se noi possiamo considerarci nella fascia dei giovani (incredibile). Infatti, ci hanno collocati nella parte alta dei letti a castello. E sotto di noi dormono degli arzilli settantenni.
Qualcuno dira': "ma come la prima tappa!" "non sono partitti gia' gioved¡ scorso?"

A questo punto dovremmo raccontare della nostra sosta nel fine settimana presso il Plum village o villlaggio dei pruni di Tich Nath Han, vicino Bordeaux. Ma servirebbe una sola giornata per raccontare questa esperienza, e qui la connessione putroppo durera' per soli altri 14'.
Diciamo che un'esperienza in un monastero buddista con monaci provenienti da tutto il mondo ma soprattutto vietnamiti, italiani e francesi ci ha colpiti nel profondo e l'abbiamo sentita un'esperienza che cercavamo entrambi e molto adatta al momento che stiamo vivendo.
Abbiamo meditato insieme alla Sangha seduti nel "tempio" alle 5.30 della mattina, mangiato in "nobile silenzio" secondo gli orari del monastero (12 e 18), meditato in cammino con il maestro TNT, e condiviso in francese ed in inglese (si, pure Roberto!!!) il dharma talks su come "mantenere il sorriso" e ... e poi tanti sorrisi compassionevoli, giochi all'aria aperta sotto alberi giganteschi e scambi dal sapore semplice e sincero.

Un passo verso la "presenza" e il respiro consapevole che speriamo portare nel nostro cammino verso Santiago di Compostela.

Dal confronto nel “dharma talks” con la comunità dei monaci e dei laici che si incontrano a Lower Hamlet: essere cattolico ed essere buddista, entrambi possono dire: “grazie a Dio sono un essere che respira, in me c’è la vita e se resto nella “presenza” posso sentirla”. E allora pensiamo anche ai cinesi con cui abbiamo condiviso la cuccetta da Milano a Parigi mentre sfogliavano il libro di Lao Tse “La via del Tao” che Roberto ha loro mostrato , e rivediamo il loro pollice puntato in alto per dire “Lao Tse è molto ok!”, ovvero: c’è un linguaggio, quello di Dio, che supera qualsiasi barriera linguistica, culturale e per noi occidentali è possibile imparare da Lao Tse e condividere questa esperienza con loro che non parlano una parola di italiano, inglese o francese. E’ bellissimo!
Incredibile come l’amore di Dio si manifesta nelle persone e nelle loro scelte: tutto il mondo è una rete di vita che pulsa, ognuno di noi è un centro di questa rete, e ha un compito da svolgere.
L’incontro con Jacopo e Fabio, due ragazzi che si sono fatti monaci e vivono qui: i silenzi nei nostri dialoghi con loro, la loro voglia di comunicare e allo stesso tempo la fragilità e la delicatezza degli argomenti da trattare..che emozione, che meraviglia!

4 commenti:

  1. Ciao ragazzi, che bello leggervi e vedervi viandanti sulla via di Santiago! Le foto sono bellissime e i racconti ci tengono compagnia.
    Sembra essere una bellissima esperienza, continuate a raccontarci quando potete e godetevi tanto questo momento meraviglioso!
    Un abbraccio forte, Lisa e Roberto
    (da Zelig a Firenze ;-))

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  2. certo che c'è chi vi segue e vuole vedere le vostre foto, leggere del vostro cammino.
    Un abbraccio forte.
    Cosetta

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  3. ciao cari, sì, certamente io e Fabio vi pensiamo, vi leggiamo e siamo contenti di esserci rivisti nelle foto che avete pubblicato.
    Il cammino che abbiamo fatto è ancora presente positivamente in me anche se la velocità con cui la vita quotidiana mi toglie le energie che avevo accumulato nel nostro percorso insieme è sorprendente.
    Rifletto tutti i giorni su come fare per non perdere il "senso" e la "forza" nella vita quotidiana.
    E' in un certo senso la mia ricerca.
    Leggervi e pensarvi nel vostro cammino mi aiuta.

    un caro abbraccio

    Michela e Fabio

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  4. grazie ragazzi!
    Non pensavamo ci fosse un pubblico a seguirci.
    Questo ci incoraggia molto a proseguire su questa strada.

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