Il cammino francese verso Santiago

Il cammino francese verso Santiago

UTREYA! SUSEYA!



giovedì 28 maggio 2009

3 -Pamplona

Larrasoana- Pamplona 8.00 am - 14 pm

La tappa forse tra le più corte del cammino, 15 km, ma essendo il terzo giorno dove normalmente affiorano i dolori e qualche irritazione, ce la siamo fatti con calma.
Come consuetudine siamo partiti con molta calma. Diciamo che non eravamo gli ultimi, ma quasi.
Comunque, rispetto ad altri che marciano come facessero in un trekking del CAI, noi ci concediamo tante soste lungo il tragitto, per ammirare uno scorcio ed in caso fotografarlo (neanche oggi nessuna possibilità di collegarsi con l'usb e quindi niente foto, qui i pc sono tutti standardizzati e chiusi nelle scatole di legno), alleggerire le spalle (siamo tra quelli forse con lo zaino più pesante), intrattenerci con i camminatori più lenti e forse anche più interessanti, e fare anche qualche deviazione per ammirare alcuni siti di interesse.
Oggi, ad esempio, stavamo parlando con Daniel, un francese di Aix- En-Provence quando abbiamo deciso di salire sulla collina per vedere una chiesa di cui si faceva accenno nella guida di Terre di Mezzo. Niente di ché, però per noi ha significato alleggerirci di qualche piccolo attrito raccolto nei primi passi della mattina e scoprire che la chiesa e' dedicata a Santo Stefano: la stessa dove ci siamo sposati ad Assisi. Che meraviglia poi intrattenersi con una suora tanto gentile e disponibile da donarci anche le beati duini del pellegrino (nella serata tento di trascriverle nel blog).
Si, gli incontri durante il percorso non mancano e si scoprono anche più interessanti del previsto. Come quello di ieri sera al ristorante di Larrasoana. Eravamo andati a curiosare al ristorante ed in caso prenotare visto che insieme ad un altro era il solo in tutto il paese e ci siamo dovuti fermare obbligatoriamente a mangiare. Erano le 19, ma qui gli orari sono imposti. Nel tavolo eravamo in 6. Noi, due francesi forse madre e figlia e poi un'altra coppia di australiani sui 55 anni. Due battute su cosa facevamo e abbiamo scoperto che conoscevano Bill Morrison (per intenderci il padre della Permacultura) e che stanno progettando un co-housing con uno spazio di terra da condividere.
Francese, inglese e a poco a poco acquisiremo anche lo spagnolo così da intensificare gli scambi anche con gli spagnoli. Si anche Roberto parla e riesce a farsi capire anche se può stupire. Naturalmente Michela lo supporta molto. Come ad esempio stamani quando ci stavamo preparando e nella stanza condivisa con due tedeschi mi sono rivolto a loro dicendo che se stavano aspettando il bagno potevano recarsi in quello di sotto perché era libero. Quindi:” if we are attending the boothroom there is an other up stars... “(lasciando stare gli errori di battitura) facendo un mix dal francese e confondendo il sopra con il sotto, chissà cosa hanno pensato volessi da loro visto che li invitavo a “frequentare” il bagno.


Solo una nota dolente: a Larrasoana pare che la gentilezza verso i pellegrini non alberghi sovrana, specie tra i commercianti del luogo, infatti la sera siamo stati quasi cacciati da un bar perché avevamo osato entrare e metterci in piedi davanti la televisore senza consumare , mentre la mattina , alla partenza, per poco il barista non ci linciava perché Roberto aveva lasciato lo zaino nel bar invece di posarlo fuori! Come sempre vale la massima “paese che vai..”. Consigliamo ai futuri pellegrini sul cammino di Santiago di fermarsi a Zubiri (la cittadina prima di Larrasoana) , che è molto più carina e, a quanto ci dicono, anche l’ostello è migliore. Altra alternativa suggeritaci da una coppia di Bolgona è un albergo privato a circa tre chilometri dopo Larasoana. Qualche indicazione si poteva raccogliere pure in cammino, senza farsi scoraggiare da un apparente prospettiva dispendiosa perché a conti fatti il rapporto qualità prezzo con cena e colazione comprese ci ha fatto ravvedere.

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