Rabanal del cammino - Ponferrada partenza ore 7.30 arrivo ore 19 km 32
Il cartello dell'ostello dedicata a San Nicolas qui a Ponferrada indica 225 km per Santiago. Ci stiamo avvicinando e la senzaione oggi si concretizata nel momento in cui abbiamo cominciato a salire e superare qualche montagna. E' stata una tappa molto affascinante percorsa per la maggior parte su sentieri di montagna, con le pietra e la roccia sotto i piedi come avevamo sognato nei giorni scorsi.
Oggi abbiamo toccato una meta molto significativa del cammino, anche per il valore simbolico che acquisisce negli anni da molti pellegrini. In moti, gia' dall'Italia e poi lungo il cammino, ci hanno parlato della Croce di ferro, un'alto palo con in cima la croce con alla base una montagna di pietre costruita nel tempo con l'intervento di tutti i pellegrini. Molti, non tutti, che arrivano la' lasciano una pietra. Il rito vuole che arrivati in cima, voltandosi di schiena si rivolga una preghiera, si esprima un desiderio e si lanci alle spalle una pietra. Qualcuno lascia un oggetto caro, un ricordo portato dal proprio paese come segno per sostenere, aiutare un parente, un amico in difficolta'. Qualcun altro invece lancia una pietra come segno scaramantico per liberarsi di un peso, di qualcosa che ha segnato in negativo il proprio cammino.
Noi abbiamo lanciato delle pietre (alcune portante pure dall'Italia e raccolte lungo il cammino di Francesco) per noi in segno di augurio e altre come invocazione e preghiera a sostegno di un parente o un amico (c'era anche una pietra a rapprensentare tutti).
Quando siamo arrivati l¡ la nebbia si era appena dissolta e cos¡ abbiamo potuto ammirare bene il paesaggio e ci siamo fermati per pregare e meditare.
Un'altra sosta molto bella e' stata presso il rifugio di Maajarin dove abita Tomas martineza de Paz, un hospitalero molto particolare che si definisce un rivoluzionario monaco. In questo spazio di montagne dove fino a poco tempo fa' i paesi erano stati abbandonati (e' il luogo custodisce in realta' un passato storico molto glorioso) , alcune cose sono state rimesse a posto e la gente attirata dalle possibilita' che offre il cammino, hanno avviato delle attivita'. Tomas ci abita da diversi anni (cosa strana, ha fatto diverse volte il cammino ma non e' mai arrivato a Santiago) e lo gestisce con un'attenzione molto particoalre. La frase della giornata recitava: "en la vida de oracion dirigimos la frente hacia el naciente y nos dejamos transformar por la luz".
Sempre in questo posto abbiamo rivisto Cristina, l'australiana canterina conosciuta a Logroño. Ci ha salutato dicendo che non era una coincidenza, ma che era il cammino (il destino) a farci reincontrare.
Visto le tante soste di stamani, siamo arrivati a El Acebo che erano le 14. Roberto e' caduto di nuovo in tentazione e dopo il cogido maregato, arrivati sul posto ha ascoltato il suggeriemnto di un amico toscano incontrato un paio di giorni prima, e si e' lasciato prendere dal Botillo del Berzin. Un piatto simile al Cocido, salisiccia e Botillo (un insaccato di carni suine molto speziato che richiama un po' il prosciutto e un po' lo zampone) accompagnato da ceci, verza e patate. Ideale per un pellegrino che deve ancora percorrere 16 km, no?
I primi otto sono anche andati bene, ma quando abbiamo termianto la discesa del monte, il Botillo ha ripreso vita sulla strada asfaltata garantedo cos¡ una coperatura anche per la cena.
Beh, vi lasciamo con una frase riportata qui all'ostello.
P panciente
E entregado
R responsable
E elegante
G generoso
R respetuoso
I inteligente
N noble
O organizado
Il pellegrino! Chissa' se noi rientriamo in tutte queste qualita'. Per fortuan che non c`'e' mattiniero perche' domani pensiamo proprio di alzarci tardi per poter cos¡ vedere la citta' che conserva tra gli altri il castello dei Templari.
Il cammino francese verso Santiago
UTREYA! SUSEYA!
martedì 16 giugno 2009
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