Astorga - Rabanal de Camino 22 km; partenza ore 10, arrivo ore 17.00
La breve tappa di oggi ci ha portato in questo paesino dei monti di Leon, monte Iriga, che conta forse 5 abitanti autoctoni, 2 chiese e un negozio di alimentari, l'unico nel raggio di quasi 40 km a partire da Astorga.
Parentesi: almeno siamo riusciti a vedere la cattedrale di Astorga che non ci e`parsa tra le piu´belle viste, soprattutto all'interno, nienete di comparabile a Burgos o Leon, d'altronde si tratta di una citta´assai meno importante che pero' e' un crocevia delle due vie del cammino, quella francese (che facciamo noi) e quella spagnola (che parte da Siviglia), quindi si incontrano persone nuove e cosi' e`capitato anche a noi, infatti nell'ostello municipale dove siamo andati ad aggiornare il blog abbiamo incontrato un signore toscano (ma non sappiamo il suo nome, capita anche questo nel cammino) che stava facendo proprio il camino spagnolo ed era entusiasta dell'esperienza visto che e`una tratta molto meno battuta e si attraversano paesaggi sconfinati in piena solitudine..Ma il soggiorno ad Astorga ci ha consegnato anche una pagina di autentica cucina locale con il "cocido mantegado", il piatto tipico di Astorga che pare abbia origine da Napoleone che esigeva una combinazione di portate sostanziose per i soldati ed in questa curiosa successione: piatto di bolliti con una decina di tipi diversi di carne, dalla salsiccia, al pollo, allo spezzatino, al lesso, all'arrosto con tanto di cartilagini da accompagnare con il pomdoro crudo. Segue un piatto di ceci e verza bolliti e patate, per finire con un brodo di carne con pastina.
Naturlamente quello che tra i due ha potuto compiere questa impresa, per di piu´alle 11 di sera, e´stato Roberto , ricevendo anche i complimenti dell'oste che, sbalordito, ha insistito per rifilare anche il dessert spacciandolo come parte integrante del piatto.
Insomma, niente male... la mattina infatti eravamo belli arzilli, anche perche` ce la siamo presi con comodo..
Rprendendo il filo, possiamo dire che finalmente il paesaggio ha preso un aspetto diverso, cominciamo a vedere alberi e molto piu´verde , anche la pendenza sale se pur dolcemente, domani raggiungeremo la vetta piu´alta del cammino, a circa 1.500 metri.
Oggi poi c'e´stato un altro bell'incontro, assolutamemente casuale ed estemporaneo, come sempre accade sul cammino: all'entrata di un paese ci siamo imbattuti con un anziano signore di nome "Bienvenido" (Benvenuto) che invitava i pellegrini a fermarsi al bar ristorante del figlio che si trovava subito li' nel paese, in effetti la concorrenza tra albergue e ristoranti in alcuni posti e´abbastanza serrata , e si ricorre a varie strategie pubblicitarie: fogliettini sotto le pietre, scritte su alberi e muretti, affissioni tanto improvvisate quento provvisorie..comunque Bienvenido ci ha fatto proprio una gran tenerezza e anche un signore francese che passava di li' ha promesso che si sarebbe fermato al ristorante del figlio. Cosi' ci siamo ritrovati seduti al bar con Daniel, francese di Grenoble, 60 anni, parito da Arles 9 settimane fa a piedi e diretto anche lui a Santiago. L'invito spontaneo di Daniel a sederci al tavolo con lui, la profondita´del suo sguardo e il fatto di esserci resi conto di esserci ´incrociati nel paese precedente, ci hanno spinto a fermarci e ad aprirci ad una chiacchierata molto intima , sul senso del cammino, le proprie motivazioni, le scelte di vita , per Daniel il cammino significa soprattutto un ritrovare la pace , noi abbiamo messo l'accento sul senso di liberta`provato in questi ultimi giorni
Il cammino francese verso Santiago
UTREYA! SUSEYA!
lunedì 15 giugno 2009
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento